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Una preside di un istituto scolastico del Pescarese è coinvolta in una serie di episodi che potrebbero portarla davanti ai giudici. Le accuse nei suoi confronti includono atti persecutori, minacce e danneggiamento seguito da incendio. Questi eventi, che si sono verificati tra aprile e maggio dello scorso anno, sono stati denunciati dai suoceri del figlio, dalla nuora e persino dal marito di quest’ultima.
Secondo l’accusa, la preside avrebbe commesso una serie di azioni dannose, tra cui appiccare il fuoco allo zerbino davanti alla porta dei consuoceri, al portoncino d’ingresso della loro abitazione e al giardino della loro casa di campagna. Inoltre, avrebbe depositato lettere minatorie nella loro cassetta delle poste e infilato buste minacciose nel garage del figlio e della nuora.
I denuncianti hanno cercato di evitare la situazione scrivendo lettere alle autorità competenti e consegnando prove video alla polizia, ma la situazione è peggiorata. Ora spetta al giudice decidere il destino della preside, con un’udienza fissata per marzo.
Una vicenda che mette in luce come una diatriba familiare si possa trasformare in una questione legale, con implicazioni serie per tutte le parti coinvolte.

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