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Il procuratore generale della corte d’appello di Ancona, Roberto Rossi, ha presentato il ricorso in Cassazione per chiedere l’annullamento della sentenza di assoluzione di Leopoldo Wick, l’ex infermiere della Rsa di Offida, emessa dai giudici di secondo grado a dicembre dello scorso anno. Sentenza questa che aveva ribaltato il verdetto della corte d’assise di Macerata che aveva condannato Wick all’ergastolo per la morte di sette ospiti della struttura e il tentato omicidio di un altro anziano.

Innanzitutto, il procuratore contesta la motivazione della corte d’assise di Ancona, che ha sostenuto che durante le indagini sia stato violato il diritto di difesa di Wick in quanto i prelievi ematici sono stati effettuati senza procedere all’iscrizione sul registro degli indagati dell’infermiere. Tuttavia, secondo il procuratore, l’iscrizione è una prerogativa esclusiva del pubblico ministero, e quindi non sarebbe stato violato alcun diritto di difesa.

Il secondo motivo è legato al primo: il procuratore generale nel ricorso sostiene che i prelievi ematici non dovevano essere considerati come accertamenti tecnici irripetibili, che richiedono il preavviso dell’indagato. Citando pronunciamenti della Cassazione, il Pg afferma che tali prelievi sono da considerare urgenti e non richiedono il preventivo avviso del difensore.

Il terzo motivo riguarda il fatto che i campioni ematici sono stati nel corso del procedimento penale oggetto di incidente probatorio durante la fase di indagine e presi in esame nella perizia disposta in primo grado, senza che le difese abbiano a suo tempo sollevato l’inutilizzabilità dei prelievi ematici. Di conseguenza, i risultati delle perizie sono da ritenersi accettati.

Infine, il quarto motivo riguarda la mancanza, la contraddittorietà e la illogicità della motivazione della sentenza di assoluzione, poiché i giudici di secondo grado hanno ritenuto i prelievi inutilizzabili per tutti i casi di presunto omicidio contestati. Tuttavia, secondo il procuratore, questa motivazione potrebbe applicarsi solo ai casi in cui i prelievi sono stati effettuati post mortem ma non per quelli eseguiti quando una delle presunte vittime era ancora in vita. Pertanto, almeno in questo caso non sarebbe stato violato nessun diritto di difesa nei confronti di Wick.

Questi quattro motivi rappresentano le basi del ricorso presentato dal procuratore generale per chiedere l’annullamento della sentenza di assoluzione di Leopoldo Wick.

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