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ANCONA - L’11,6% della popolazione delle Marche è a rischio di povertà, in crescita rispetto allo scorso anno. Questo emerge dal rapporto Bes 2023 (Benessere equo sostenibile) dell’Istat, elaborato da Ires Cgil.
Aumentano le persone che vivono in famiglie che arrivano alla fine del mese con grande difficoltà, ad oggi al 4,1%, e allo stesso tempo aumenta la quota di coloro che hanno visto peggiorare la propria situazione economica rispetto all’anno precedente (da 24,4% nel 2019 al 34,8% nel 2023).

In aumento anche la popolazione che vive in famiglie con bassa intensità di lavoro ossia con componenti (15-64 anni) che, nell’anno, hanno lavorato meno di un quinto del tempo teoricamente disponibile per attività lavorative (oggi al 6,4%).
Un altro dato in aumento riguarda quella parte di famiglie dove il costo totale dell’abitazione in cui si vive rappresenta più del 40% del reddito familiare. Inoltre, il 29% degli studenti ha problemi per pagare affitti e bollette) e gli sfratti per morosità, dati 2021, sono a quota 751, 625 per morosità, di questi 300 ad Ancona.

Per quel che riguarda i servizi sanitari: nel 2023 è aumentata, rispetto all’anno precedente, l’emigrazione ospedaliera, ad oggi al 13,4%, così come la quota di medici di medicina generale con un numero di assistiti sopra la soglia massima, ad oggi al 45,8%.
Il 9,7% della popolazione delle Marche ha rinunciato a curarsi. Insoddisfazione anche per i servizi di trasporto pubblico.

Nelle Marche, appena il 2,6% degli utenti utilizza treni o autobus per i propri spostamenti contro il quasi 80% che preferisce il mezzo privato.
"Questi indicatori sono il campanello d’allarme di una situazione che, se non va affrontata in modo adeguato, rischia di procurare un inesorabile declino della nostra regione", commenta Loredana Longhin, segretaria regionale Cgil Marche.
"Se aumentano le persone a rischio di povertà e che rinunciano a curarsi, o per farlo vanno altrove, vuol dire o che la Regione spende male le risorse pubbliche o che è incapace di adottare politiche utili a contrastare la povertà e a garantire il diritto alla salute", conclude. 

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