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Riguarda anche l’Abruzzo il maxi blitz scattato a San Severo, dove è stata smantellata un’associazione per delinquere finalizzata alla commissione di rapine, furti, ricettazioni e riciclaggio di autoveicoli, nonché di detenzione di droga ai fini di spaccio.

I Carabinieri, guidati dal comandante Marco Vanni, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare,emessa dal gip del tribunale di Foggia nei confronti di 19 indagati: 11 in carcere, 8 agli arresti domiciliari, tutti italiani, che nelle loro trasferte criminali operavano anche in Abruzzo: in particolare tra Pescara, Francavilla al Mare e Chieti.

L’attività investigativa era iniziata a settembre 2022 dopo il sequestro di alcuni autoveicoli oggetto di furto, parte dei quali già riciclati con targhe estere di nazionalità spagnola palesemente false, rinvenuti vicino ad un autolavaggio di San Severo. Un business tra i più diffusi e remunerativi tra la criminalità foggiana, che vede il suo centro di coordinamento a San Severo ma che interessa anche le regioni limitrofe, come Abruzzo e Marche dove i malviventi si procuravano i veicoli da smembrare e rivendere i pezzi di ricambio o nel mercato nero delle auto. I capi e i promotori dell’associazione (con struttura piramidale), potevano contare su abili soggetti esperti nella commissione di furti e nell’occultamento dei mezzi rubati.

Le investigazioni, oltre che sul fenomeno dei furti, si sono concentrate infatti anche su attività apparentemente lecite di officine meccaniche e autodemolizione vicine ai ladri di auto, dove si svolgevano sia l’attività di occultamento e smontaggio dei veicoli rubati, sia le operazioni tese ad ostacolarne l’identificazione (come smerigliatura telai, modifica e cambi di targhe).

A riscontro delle attività condotte, nel corso delle indagini sono state arrestate in flagranza di reato 3 persone e ne sono state denunciate altre 21 e sono stati sequestrati e recuperati 47 veicoli integri e svariate parti meccaniche e motori di decine di autovetture: un business del valore complessivo di oltre 1.500.000 Euro. Il procedimento si trova ancora nella fase delle indagini preliminari e la posizione degli indagati è al vaglio dell’Autorità Giudiziaria.

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