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La gioia per l’arrivo del tanto desiderato figlio si è trasformata in un dolore infinito per una coppia residente in provincia di Fermo. Il loro bambino è rimasto in vita per due sole ore. La tragedia risale al 10 settembre 2014, quando la madre, sottoposta a un parto cesareo presso l’Ospedale Salesi, ha subito gravi complicazioni, tra cui la rottura dell’utero. Dopo quasi dieci anni dalla perdita del loro piccolo, i genitori hanno deciso di intraprendere azioni legali contro l’Azienda Ospedaliero Universitaria delle Marche. Dopo un tentativo fallito di conciliazione, la causa è ora in mano al giudice civile, che dovrà valutare il caso e, eventualmente, stabilire un risarcimento a favore della famiglia. A rappresentarli in tribunale è l’avvocato Moira Tomassetti, del foro di Ascoli Piceno. La storia racconta di una gravidanza monitorata con attenzione a causa di precedenti complicanze chirurgiche della madre, che avevano aumentato il rischio di rottura dell’utero. La donna, già ricoverata due giorni prima del parto per forti dolori addominali, è stata sottoposta d’urgenza a un cesareo a causa del rallentamento dei battiti cardiaci del bambino. Tuttavia, nonostante l’intervento tempestivo, il neonato è deceduto poche ore dopo la nascita a causa di asfissia grave e bradicardia. Secondo gli esperti medici consultati dalla famiglia, il ritardo nell’esecuzione del cesareo avrebbe causato gravi danni al feto, che avrebbero potuto essere evitati con un intervento più tempestivo. Si parla quindi di una mancata diagnosi tempestiva dei rischi connessi alla rottura dell’utero, che avrebbe potuto salvare la vita del bambino.
Ora spetta al giudice civile decidere su questa dolorosa vicenda, nella speranza che giustizia sia fatta per il piccolo che non ha avuto nemmeno il tempo di vedere la luce del mondo.

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