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Domenica 6 aprile è stata una giornata di festa e commozione per la comunità di Taccarelli, frazione rurale di Amandola. Dopo ben nove anni di attesa, la Chiesa di Santa Maria della Meta è finalmente tornata ad accogliere i fedeli. A celebrare la solenne riapertura al culto è stato S.E. Mons. Rocco Pennacchio, Arcivescovo Metropolita di Fermo, insieme al parroco Don Gianluca Mascitti.

Un ritorno atteso e carico di significato, quello dei parrocchiani nella loro chiesa, chiusa dopo i gravi danni causati dal sisma del 2016. Il luogo di culto è stato oggetto di un importante intervento di restauro e miglioramento sismico, conclusosi a fine 2024, che ha permesso di restituirlo alla sua originaria bellezza e sicurezza.

Un luogo carico di storia

Situata ai piedi dei Monti Sibillini, a 4 km da Amandola, la Chiesa di Santa Maria della Meta è stata edificata nel 1613, come riportato da un’incisione sopra il portone d’ingresso. Costruita sul sito di una cappella più antica chiamata “Pentura de la Meta”, ha attraversato i secoli conservando un forte valore religioso e comunitario.

Nel 1766 incorporò la Parrocchia di San Donato e nel 1882 al suo interno fu costituita la Confraternita dell’Addolorata. Nel 1975, infine, venne annessa anche la Parrocchia di San Cristoforo, già prepositura dal 1470, il cui titolo fu confermato nel 1570 dal Cardinale Bandini, arcivescovo di Fermo.

Il restauro: rispetto della tradizione e innovazione


Dichiarata inagibile con ordinanza comunale nel 2017, la chiesa ha visto l’avvio dei lavori il 15 novembre 2023, con conclusione il 16 dicembre 2024. L’intervento, finanziato per oltre 2,2 milioni di euro nell’ambito dell’Ordinanza n. 105 del 2020, ha riguardato sia il consolidamento strutturale che il restauro architettonico.

L’edificio, in mattoni rossi, conserva una facciata semplice con portale centrale, finestra rettangolare e timpano. L’interno, a navata unica con due cappelle laterali, è stato rinnovato con materiali rispettosi della struttura originaria: pavimento in gres effetto cotto, infissi in metallo, colonne e cornici in gesso. La copertura, a capriate in legno di castagno, è stata interamente rinforzata.

Un lavoro di squadra al servizio della comunità

Il progetto è stato promosso dall’Arcidiocesi di Fermo, con l’Ordinario Mons. Pietro Orazi come soggetto attuatore e il Geom. Demetrio Catalini come responsabile del procedimento. La direzione lavori e il progetto sono stati curati dall’ing. Carla Trua, affiancata dal Geom. Giuseppe Alessandrini, figura fondamentale per il coordinamento tra committenza e impresa.

L’opera è stata realizzata dalla ditta Felici S.r.l., che si è avvalsa di diverse professionalità locali per specifiche lavorazioni: Moschini Marco per le strutture in legno, Edilizia e Restauri di Paola Antonini e Sicurezza Ponteggi SRLS per i ponteggi, Decor Service di Bazaliuc Corneliu per il controsoffitto e Edil Corporation Srl per gli intonaci.

Una giornata di gioia e rinascita

La celebrazione della riapertura ha coinvolto l’intera comunità, accorsa numerosa per assistere alla Messa solenne. Tra emozione e gratitudine, i fedeli hanno potuto finalmente riappropriarsi di uno spazio di preghiera, memoria e identità.

La riapertura della Chiesa di Santa Maria della Meta non rappresenta solo la fine di un lungo cantiere, ma anche il simbolo della resilienza di un territorio che, pur colpito duramente dal terremoto, ha saputo rialzarsi e ricostruire. Un giorno da ricordare, in cui pietre, fede e comunità si sono ritrovate per guardare insieme al futuro.



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