Condividi:

Aveva ceduto una dose di eroina allo zio, che poi era morto per overdose. Ora i carabinieri, a distanza di circa un anno, hanno arrestato (e posto ai domiciliari) su disposizione della magistratura urbinate, sia il nipote che altri due presunti spacciatori. Lo fanno sapere i carabinieri di Urbino a proposito di quanto accaduto lo scorso febbraio nel Comune di Sant’Angelo in Vado. I carabinieri intervennero per la morte di un uomo, deceduto nella propria abitazione per arresto cardiaco. A chiamare i soccorsi era stato il nipote, in sua compagnia in quei momenti tragici, la cui presenza fu subito vista dagli inquirenti come legata all’uso di eroina poco prima del decesso. Dopo il sequestro del cellulare, emerse che erano stati cancellate tutte le telefonate della giornata. La successiva autopsia evidenziò l’assunzione di eroina poco prima della morte. Durante le indagini i carabinieri hanno ricostruito le fasi precedenti la morte dell’uomo, scoprendo che frequentava una sala scommesse, dove erano stati notati anche un sospetto pusher e il nipote della vittima. Secondo le indagini, la dose di eroina che assunse prima di morire venne ceduta alla vittima dal nipote che a sua volta l’aveva acquistata dall’altro frequentatore della sala scommesse, un 44enne originario della provincia di Pesaro Urbino. I carabinieri hanno poi individuato anche un terzo presunto pusher, un 26enne nord africano, sospettato dagli inquirenti di muovere considerevoli quantitativi di sostanze stupefacenti. Secondo gli elementi raccolti, sarebbe attribuibile a quest’ultimo l’uso di alcune schede sim intestate ad alcuni prestanome: le telefonate intercettate e i riscontri testimoniali, hanno permesso di ricondurre a lui decine di cessioni di stupefacenti a persone della zona. I tre indagati rispondono dell’accusa di spaccio di sostanze stupefacenti e del concorso a vario titolo nell’attività di spaccio che ha causato la morte dell’uomo avvenuta lo scorso anno.

Tutti gli articoli