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In occasione del triduo pasquale Monsignor Gianpiero Palmieri Vescovo delle diocesi di Ascoli Piceno e San Benedetto del Tronto lancia un messaggio che intreccia la forza della Parola con la profondità dell’esperienza umana. Il Vescovo invita ad una riflessione sul senso della passione di Cristo, un invito a riscoprire, nel silenzio e nella preghiera, la fede.
Ecco il testo integrale del suo messaggio pasquale.
"Era verso mezzogiorno, quando il sole si eclisso` e si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio. Il velo del tempio si squarcio` nel mezzo, Gesu`, gridando a gran voce, disse: “Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito”. Detto questo spiro` (Lc 23,44-46).
Giuseppe D’Arimatea lo depose dalla croce, lo avvolse con un lenzuolo e lo mise in un sepolcro scavato nella roccia, nel quale nessuno era stato ancora sepolto. Era il giorno della Parasceve e già splendevano le luci del sabato (Lc 23,53-54)
Carissimi, abbiamo rivissuto in questi giorni la passione del Signore. E’ straordinaria la ricchezza nel nostro territorio di riti e tradizioni che rievocano il cammino dell’uomo della Croce: è come se non ci si stancasse mai di contemplare il Mistero Pasquale!
Quando il nostro sguardo si posa sul Crocifisso, ci viene l’istinto di sostare in silenzio.
Grazie a Dio! Perché siamo sempre presi e distratti da qualche urgenza. Invece no, davanti a Lui ci fermiamo, come sospesi da una sorta di attrazione, un misto di rispetto e di percezione di qualcosa di “altissimo” che chiede la nostra attenzione.
Dal corpo nudo e ferito del Cristo non promana “l’orrore” o il senso di “desolazione”, come davanti ad un cadavere. Conosciamo la passione di Gesù fin da quando eravamo bambini e ci è rimasta nel cuore una percezione diversa: noi dal Crocifisso ci sentiamo guardati e amati.
Apparentemente la morte di Gesù è un’altra delle tante vicende buie dell’umanità, come tutte le condanne di uomini giusti e innocenti. Ma proprio perché l’identità più profonda di Gesù non è solo umana ma divina, ecco che la sua morte rivela chi sia Dio. La passione dolorosa di Gesù è in realtà la passione di Dio per l’uomo.
La morte di Cristo e` il radicale incarnarsi di Dio nella storia degli uomini. E` il totale distacco di Dio da sé stesso perché il cuore dell’uomo risalga più unito che mai al Cuore divino che tutti ci attira.
La morte di Cristo e` un’offerta totale. Il Padre sembra abbandonare il Figlio, ma in realtà lo dona a noi. Il Figlio, da parte sua, si abbandona al Padre e nel Padre si offre a noi. Tutto nella passione di Gesù è per noi. Le parole di Gesù nella passione secondo Luca ce lo raccontano:
“Padre, perdonali perché non sanno quello che fanno”
“Oggi tu sarai con me in paradiso”
“Donne di Gerusalemme, non piangete su di me ma su voi stesse”
Fino all’atto finale di consegna di sé stesso al Padre: “nelle tue mani consegno la mia vita”
Ecco perché dal Crocifisso ci sentiamo guardati e amati. Sappiamo che accanto a Lui c’è spazio anche per noi: Lui non disprezza né rifiuta ciascuno dei suoi fratelli, anche chi avesse, come Giuda e come Pietro, rinnegato quanto Dio ci ha donato di bello nella vita.
Ogni sera il mondo e` ricolmo di tanto morire. E non soltanto di chi, carico di anni e sazio di esperienze, lascia questo mondo.
A volte vediamo la morte negli occhi di tante persone.
Conosciamo l’esperienza della tristezza e del vuoto del cuore, riconosciamo la perdita umana di un senso e il gusto amaro di scelte di peccato.
Gesu` muore in croce per tutti, per tutti i morenti di oggi, nel corpo e nel cuore.
E lo fa per dare a tutti luce e speranza.
Coraggio! Accanto a te c’è il Signore.
Dopo la notte ci sarà una nuova alba. Dopo la morte, la Vita".
Buona Pasqua a tutti!
Mons. Gianpiero Vescovo