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Sarà sepolta a Grottammare, come da lei espressamente voluto. È morta a 98 anni lo scorso 17 aprile Lisa Schneider, musa ispiratrice dello scultore Pericle Fazzini. La Giunta comunale ha accolto la richiesta di esaudire il desiderio della Schneider, figura di straordinaria raffinatezza e sensibilità artistica, legata in modo profondo alla città e alla sua storia culturale.
Nata a Magdeburgo nel 1926 e residente da tempo a Bracciano, Lisa Schneider è stata per oltre vent’anni musa, collaboratrice e compagna del celebre scultore grottammarese Fazzini, con cui condivise non solo la vita artistica ma anche un legame umano intenso e duraturo. Protagonista al fianco di Fazzini nel periodo dei suoi maggiori riconoscimenti internazionali - dalla metà degli anni Cinquanta alla realizzazione della celebre Resurrezione - fu anche fonte d’ispirazione per alcune delle sue opere più profonde.
Ma Schneider fu molto più che la musa di un grande artista. Testimone privilegiata e figura centrale nella scena culturale del Novecento, fu vicina a intellettuali e artisti come Giuseppe Ungaretti, Federico Fellini e Marcello Mastroianni. Lo stesso Fellini la volle tra gli interpreti de La Dolce Vita, confermandone la presenza vivace e influente nel mondo del cinema, della letteratura e dell’arte del dopoguerra.
Il legame con Grottammare, tuttavia, è rimasto per lei il più significativo. Non solo per il rapporto con Fazzini, ma anche per l’affetto verso il territorio e il Museo Civico Torrione della Battaglia, che conserva una collezione preziosa di opere a lei dedicate o donate dall’artista, oggi patrimonio della Fondazione Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno. In particolare, spicca il primo bozzetto della Resurrezione esposto nella Sala delle Udienze Papali in Vaticano, ispirato ai paesaggi naturali della città.
A farsi portavoce della volontà della Schneider è stato l’ex sindaco Massimo Rossi, che con lei condivise un’amicizia sincera e fu tra i promotori della nascita del Museo. Il Comune ha quindi deciso di garantirle il riposo eterno nella città che tanto ha significato per la sua esistenza