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ASCOLI - Qualcuno ha indossato il giubbotto, altri delle coperte. Ai più temerari è bastata una felpa. Nessuno, però, ha rinunciato a sfidare il freddo pur di assistere, venerdì sera, al concerto di Dardust, l’ascolano Dario Faini, nella cornice unica e suggestiva della Cava Giuliani. “Urban Impressionism”, questo il titolo del disco che Dardust porta in scena in questo nuovo tour, il quinto della sua sin qui fortunata carriera. Un tour che, dopo l’antipasto del Teatro Filarmonici, ha preso il via proprio venerdì a pochi chilometri da dove nato è cresciuto, a Colle San Marco. Temperatura fredda, appunto, ma a scaldare il cuore ci ha pensato Dario, con la sua musica, le sue luci e i suoi suoni. Insieme a lui un trio d’archi composto da Elisa Andrea, Alessio Cavalazzi e Vanni Casagrande alle percussioni. Per uno spettacolo unico che l’artista ascolano ha voluto dedicare, trasformandoli in musica, alle periferie cittadine e ai contesti rurali. Quasi due ore di concerto e di emozioni. Il tutto, come detto, nella cava in cui l’artista Giuliano Giuliani plasma e modella le sue opere in travertino. Da questo incontro tra due personalità artistiche così forti, che condividono amicizia e origini, non poteva che venir fuori uno show live denso, suadente, ipnotico. Dardust, ancora una volta, ha mostrato tutto l’attaccamento alla sua terra d’origine, e anche in questo caso ci ha tenuto a partire dal Piceno prima di toccare l’Italia e l’Europa con un tour mozzafiato che farà registrare il sold out in ogni data, così come accaduto anche in queste due strepitose anteprime che l’artista ha voluto dedicare alla sua città.