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In tanti, tantissimi alle esequie di Gessica Vulpe, la quattordicenne tragicamente deceduta sabato scorso a seguito di un investimento. Il rito funebre si tiene presso la Casa funeraria Rossetti, dove parenti, amici, compagni di scuola e semplici cittadini si sono stretti intorno alla famiglia in un abbraccio di silenzio e commozione. Presente anche l’amico che era con lei al momento dell’investimento e che è già stato dimesso. Per lui poche conseguenze dopo lo schianto. 

La funzione religiosa è celebrata secondo il rito ortodosso, come voluto dai genitori di Gessica, di origine moldava. Il rito viene officiato in doppia lingua: italiano e moldavo, a testimonianza di un’unione profonda tra popoli, culture e fedi. Un confine linguistico che non spezza – ma anzi rafforza – il filo invisibile del dolore che lega due comunità: quella moldava e quella italiana, entrambe ferite e partecipi di un lutto che ha scosso l’intera città.

In previsione di una massiccia affluenza alla cerimonia, il Comune ha disposto la chiusura al traffico e il divieto di sosta in via La Malfa, per garantire sicurezza e rispetto durante il momento del commiato.

Il Sindaco Mauro Sclavi ha proclamato per oggi il lutto cittadino. Le bandiere vengono esposte a mezz’asta per tutta la giornata e, alle ore 9, è stato osservato un minuto di silenzio in tutta la città. A questo gesto simbolico hanno aderito cittadini, scuole, uffici pubblici ed esercizi commerciali, ai quali è stato chiesto di abbassare le saracinesche in segno di rispetto.

Intanto, proseguono le indagini per chiarire la dinamica dell’incidente. Il Comandante della Polizia Locale Andrea Isidori ha confermato il sequestro del mezzo coinvolto e dei telefoni cellulari in uso all’uomo alla guida del furgone. Sono stati inoltre acquisiti i filmati di due telecamere di sorveglianza di attività commerciali vicine, che potrebbero risultare determinanti per l’inchiesta. Tutto il materiale è stato trasmesso alla Procura.

Nel giorno dell’addio, la città si ferma. Un dolore che va oltre ogni confine e che oggi, più che mai, unisce tutti nel ricordo di una giovane vita spezzata troppo presto.

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