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ANCONA – Dodici anni di carcere. È la pena chiesta dalla Procura per un 46enne marocchino accusato di aver aggredito brutalmente la moglie nella loro casa di Fabriano. L’uomo, secondo l’accusa, colpì la donna con un coltello e le lanciò una sostanza acida sul volto. I fatti risalgono al 25 agosto 2024. Il processo si sta svolgendo con rito abbreviato davanti al giudice Alberto Pallucchini del Tribunale di Ancona. Oggi, durante l’udienza, si è tenuta la requisitoria del pubblico ministero Valeria Cigliola. La sentenza è attesa per il 12 settembre.
Secondo le ricostruzioni, l’uomo sarebbe entrato in casa con una copia delle chiavi, sorprendendo la moglie – una connazionale di 43 anni – mentre si trovava in bagno. Lì l’avrebbe colpita con una coltellata al petto, per poi inseguirla fino alla camera da letto, tentando di darle altri fendenti e di abusare di lei. Il tentativo sarebbe stato interrotto solo grazie all’intervento di uno dei figli, che ha fermato l’uomo salvando la madre.
Prima di fuggire, l’aggressore avrebbe gettato sul volto della donna una sostanza acida contenuta in un barattolo, provocandole danni gravissimi: la vittima ha quasi perso completamente la vista da un occhio.
L’uomo è accusato di tentato omicidio aggravato dalla premeditazione e dall’uso di una sostanza chimica, oltre che di lesioni gravissime, stalking, rapina e tentata violenza sessuale. È detenuto e, attraverso i suoi legali – gli avvocati Francesco De Minicis e Sara Talamonti – respinge ogni accusa e ha chiesto l’assoluzione.
La 43enne, costituita parte civile e assistita dall’avvocato Ennio Tomassoni, aveva sporto tre denunce per stalking nel corso del 2024. L’accusa di rapina si riferisce a un episodio avvenuto il 2 maggio, quando l’imputato le avrebbe sottratto 410 euro dalla borsa facendola cadere dalle scale.