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PESARO - Il fuoco è sempre acceso. Di giorno e di notte, per riscaldare chi ha deciso di dormire lì. Per molti di loro questo prato davanti al casello di Pesaro è diventato una seconda casa. Ma ora gli agricoltori vogliono tornare a casa, dalle proprie famiglie. Hanno protestato anche e soprattutto per loro, per la tutela del proprio lavoro, dei propri diritti. E’ l’ultimo giorno del presidio. E’ iniziato tutto lunedì mattina con il corteo di 160 trattori. Quei trattori sono ancora lì, stazionano sul terreno, con i cartelli ben in evidenza che riportano ciò che proprio non va e le richieste della categoria rivolte all’Unione Europea. Un livello di retribuzione inadeguato, rivedere l’intera filiera in termini di percentuale dal momento che danneggia l’agricoltore con margini di guadagno molto bassi e prezzi al consumatore troppo alti. Una revisione della politica agricola comune, la tutela del made in italy, il no all’aumento del prezzo del gasolio. E altre istanze. A sostenere le ragioni degli agricoltori, sono arrivati anche gli studenti dell’Istituto Agrario Cecchi. La solidarietà è grande verso gli agricoltori. C’è chi porta loro la colazione. E poi quei clacson che suonano ripetutamente quasi ogni minuto, lungo Strada Montefeltro. Un rumore tanto forte quanto chiaro: i cittadini sono con loro.

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