Teramo - Scopre un tumore e decide di sposare il suo Roberto: il coraggio di Cristina
FONTE: I DUE PUNTI (Giancarlo Falconi)
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Un giorno speciale, con un velo di inevitabile tristezza, per una donna che, con la sua forza d’animo, ha commosso l’Abruzzo. Cristina ha detto sì al suo Roberto. Un matrimonio religioso che tanto ha sognato dopo quello civile e la nascita delle tre figlie Vanessa, Daniela e Simona. L’ultimo tassello in una storia d’amore che dura da 30 anni. Si sono sposati in casa perché Cristina Pallesca, 53 anni, è costretta a letto non solo dalla sua paraplegia ma da un tumore al cervello che ha scoperto da poco e che è inoperabile. Dopo venti anni trascorsi sulla sedia a rotelle, però, Cristina sa bene quanto sia importante la speranza mista a determinazione. Ed è stata determinata anche stavolta nel dire a Roberto che voleva esaudire questo ed altri sogni prima che la malattia la portasse via da questo mondo. Così il primo della sua lista era sposarsi con rito religioso e ci è riuscita. Tutti i suoi affetti si sono riuniti nella sua abitazione e hanno plaudito a questa unione, benedetta, ora, anche dal Signore. Sin da giovane, a soli sedici anni, Cristina ha affrontato numerose sfide: è dovuta fuggire da un’infanzia negata, trovando rifugio in una casa di missionarie. A ventidue anni ha cominciato iniziare a lottare anche contro una grave depressione. Nel 2002, dopo innumerevoli battaglie, un tragico errore l’ha costretta su una sedia a rotelle, cominciando ad affrontare anche la paraplegia. La sua famiglia ha aperto una raccolta fondi su GoFundMe per raccogliere soldi necessari per il matrimonio ed altri desideri. Ma Cristina in verità vuole solo garantire un’esistenza serena alla sua famiglia che dovrà convivere con questo dolore. Cristina è un esempio di resilienza e determinazione, un monito a non perdere mai la speranza anche di fronte alle avversità più grandi. La sua forza d’animo ha ispirato molte persone, dimostrando che l’amore e la volontà possono superare qualsiasi ostacolo.

Grazie al collega ed amico Giancarlo Falconi per aver scoperto e raccontato questa storia di grande coraggio. 

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