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"Il reparto Tin (Terapia Intensiva Neonatale) del Salesi di Ancona, punto nascita di riferimento nelle Marche, ma anche a livello nazionale, é senza aria condizionata da qualche giorno". La denuncia per la storica sede della struttura sanitaria materno infantile, che dovrebbe essere trasferita nella cittadella sanitaria di Torrette entro il 2026, arriva da una neomamma che nella serata di mercoledì 13 agosto si sentita male a causa del caldo ed é stata costretta ad abbandonare la Tin accompagnata dal marito. Quest’ultimo, dopo l’episodio, fa sapere, ha "contattato i referenti della struttura per segnalare, a sua volta, le precarie condizioni in cui versa la terapia intensiva neonatale". "Fiore all’occhiello della struttura sanitaria, - lamenta la donna - anziché essere tenuto in massima considerazione per le eccellenti prestazioni rivolte a neonati di qualsiasi grado di prematurità e a neonati a medio rischio (patologia neonatale), non é degno, almeno questo é quanto si deduce dai fatti, neanche di una manutenzione". "A poco o nulla - sostiene la paziente - sono valse fino ad ora le segnalazioni da parte del personale e dei genitori dei piccoli pazienti ricoverati in questo reparto speciale, che ospita fino a 31 culle termiche: alle coppie, infatti, é stato risposto dal responsabile che al momento la struttura sanitaria non assicura la riparazione dell’impianto di condizionamento dell’aria, in quanto obsoleto". "Soluzione tampone? - riferisce ancora la donna - Deumidificatori, installati nella giornata di giovedi14 agosto, che costituiscono uno strumento insufficiente per contrastare il caldo del reparto, date le grandi dimensioni dello stesso ed il numero di culle termiche ospitate". "L’unico momento di conforto in queste difficili giornate - ha detto la neomamma, lasciando il reparto - si riduce a una stretta di dita dentro all’incubatrice. Con questo caldo non riesco nemmeno a godermi questo breve momento". La donna, "sempre rimasta cosciente, essendo ancora ricoverata presso la struttura ospedaliera, é stata in seguito riaccompagnata al terzo piano nella stanza, il cui bagno - denuncia - é privo di doccia e acqua calda, altro aspetto segnato a piú riprese all’urp". In merito alle "temperature tropicali in Tin, infine, - prosegue la paziente - bisogna anche considerare gli effetti sul personale sanitario che, con un carico lavorativo gravoso in termini di qualità e di tempo, é sottoposto a un ulteriore stress, quello appunto del caldo senza sosta". "Nella Tin si combattono giorno dopo giorno numerose battaglie, in cui i piccoli e piccolissimi guerrieri sono sottoposti ininterrottamente alle cure da parte di personale medico altamente qualificato: - conclude - rendere l’ambiente il più sereno e vivibile possibile é il minimo che si possa fare per i pazienti e lo staff medico di quello che, almeno sulla carta, dovrebbe essere un ospedale di terzo livello"

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