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ASCOLI PICENO - L’Ascoli e le dieci finali da giocare. Le prossime due, però, con Sampdoria e Lecco, prima della sosta, valgono un po’ di più. Per mille motivi. Sintesi: serve qui e ora il ricostituente ai bianconeri. Perché Castori è finito sulla graticola. Perché la piazza bolle, contesta, si interroga sul futuro bianconero e sulla società di Massimo Pulcinelli. Ecco: benzina sul fuoco, proprio non serve. E perché scivolare ulteriormente in classifica, affosserebbe il morale della squadra.
Rilanciarsi, insomma. Per consoliderebbe la posizione di mister Castori, sgonfiare le polemiche, ricompattare l’ambiente, tornare a credere per davvero nella salvezza. La missione scatta lunedì sera (alle 20.30). A Genova. Dopotutto Ascoli imbattuto da quattro giornate, senza gol subiti da tre. La Samp, invece, in casa non vince da inizio dicembre: per dire che l’impresa è fattibile. Anche se storicamente i bianconeri non banchettano nel Marassi colorato di blucerchiato dal 2006.
Su quest’altro piatto della bilancia anche l’emergenza che Castori sta gestendo. A partire dall’assenza di Mendes, il quale ha autografato 11 dei 27 gol segnati dal secondo peggiore attacco cadetto. Sicuri indisponibili in Liguria anche Gagiolo, Kraja, Bogdan e gli squalificati Viviano e Di Tacchio.
Speranze di recupero, al contrario, per Masini (nella foto) e Nestorovki. Solo il primo però, spezzino doc, dopo due partite potrebbe riprendersi una maglia dall’inizio, a centrocampo, per il personale derby. Masini, al suo primo anno in Serie B, è il giocatore tirato giù dalla soffitta da Castori a novembre, quando il tecnico di Tolentino è tornato in bianconero. Adesso potrebbe dargli una mano ad avvitare qualche bullone della panchina. Ma è tutto l’Ascoli che deve tornare a correre dopo i due pareggi consecutivi al Del Duca con Brescia e Reggiana.