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Slitta a martedì 12 marzo, intorno alle 15, l’arrivo nel porto di Ancona della nave umanitaria Sea Eye con 84 migranti di diverse nazionalità salvati al largo delle coste libiche. Le autorità italiane hanno assegnato alla nave di salvataggio lo scalo dorico, distante circa 800 miglia nautiche: ovvero circa 4 giorni di navigazione, per questo la Ong aveva chiesto una destinazione più vicina ma gli è stata negata.
Dunque sotto la regia della Prefettura di Ancona e il nuovo prefetto Saverio Ordine, si sta predisponendo la macchina dell’accoglienza, ormai rodata da altri 7 sbarchi precedenti, con il coinvolgimento di vari soggetti, istituzioni e associazioni, tra cui la Croce Rossa (che ha messo a disposizione personale sanitario e autisti), il 118, le forze dell’ordine, Capitaneria di porto, Adsp del mare Adriatico centrale, vigili del fuoco, Comune di Ancona, sanità del porto. Si seguirà la linea già rodata negli ultimi arrivi di navi umanitarie. I naufraghi dovrebbero essere sbarcati alla banchina 19, dove la protezione civile regionale sta allestendo dei gazebo per essere poi trasferiti al PalaPaolinelli per e operazioni di identificazione e ulteriori accertamenti sanitari. Una parte è diretta verso strutture di accoglienza nelle Marche, gli altri verso altre regioni. La Prefettura ha già predisposto dei kit di generi di confronto e alimentari. Tra gli 84 migranti, recuperati da un gommone malconcio ci sono nuclei familiari, persone che viaggiavano sole e un numero di minori stranieri non accompagnati, non ben precisato. Si tratta dell’ottavo sbarco dal gennaio 2023 ad Ancona. Il primo per la Sea Eye nello scalo dorico, cui un anno fa era stato assegnato il porto di Pesaro come approdo. Poi fu scelto quello di Napoli, più vicino.

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