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PESARO - I finanzieri del Comando Provinciale di Pesaro, nell’ambito di una intensificazione dei controlli di polizia economico-finanziaria volta a rafforzare il presidio di contrasto ai fenomeni di evasione, hanno individuato, nei primi tre mesi del 2024, 41 attività economiche per le quali è stata avanzata all’Agenzia delle Entrate – Direzione Provinciale di Pesaro e Urbino, la richiesta di
chiusura delle relative partite Iva, in quanto non attive. L’attenzione dei Finanzieri di Pesaro è stata principalmente rivolta al settore del tessile-abbigliamento al fine di tutelare gli operatori economici operanti nell’omonimo distretto industriale da fenomeni illeciti posti in essere con il sistema fraudolento “apri e chiudi”. Gli approfondimenti sono stati eseguiti dalle Fiamme Gialle della Provincia di Pesaro e Urbino che, con l’esecuzione di specifici interventi di natura fiscale nonché attraverso accertamenti di polizia economico-finanziaria (sopralluoghi presso le sedi legali ed i luoghi di esercizio dichiarati, incrocio delle informazioni contenute nelle banche dati in uso al Corpo e la fatturazione elettronica), hanno individuato una serie di partite Iva riconducibili a imprese “inattive” o “dormienti”. Pertanto, all’esito degli accertamenti svolti, essendo stata constatata l’inesistenza di qualsiasi attività economica nelle ultime annualità e in alcuni casi anche l’irreperibilità del titolare dell’attività economica, sono state avanzate apposite istanze all’Agenzia delle Entrate – Direzione Provinciale di Pesaro e Urbino, al fine di avviare la procedura d’ufficio di chiusura delle partite Iva a rischio. I controlli effettuati rappresentano un’azione di prevenzione all’evasione e alle frodi fiscali: il servizio, infatti, è finalizzato a scongiurare il potenziale utilizzo di partite Iva “inattive” per finalità illecite, quali l’emissione di fatture per operazioni inesistenti, il trasferimento di proventi all’estero e il mancato pagamenti di imposte e contributi.

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