Condividi:
ANCONA – Dopo cinque anni di battaglie legali, una donna di 61 anni di Grottammare ha vinto la causa contro l’ospedale di Torrette, ricevendo un risarcimento di circa 160mila euro per un errore medico avvenuto durante un intervento chirurgico. La vicenda ha avuto inizio il 27 marzo 2019, quando la donna è stata ricoverata nella Clinica Urologica per severi dolori causati da calcoli renali. L’operazione, prevista per il giorno successivo e finalizzata al posizionamento di due cateteri per ridurre la calcolosi, ha invece causato una lesione all’intestino. Il 2 aprile, la paziente ha iniziato a soffrire di dolori addominali e febbre, sintomi che hanno portato alla scoperta di una perforazione del colon ascendente. Dopo un mese di degenza, complicato dall’insorgere di infezioni causate da batteri contratti durante il ricovero, la donna è stata dimessa il 4 maggio. Tuttavia, le complicazioni non sono terminate: un secondo intervento è stato necessario il 10 ottobre per affrontare le conseguenze della lesione intestinale, seguito da ulteriori problemi che hanno richiesto un nuovo ricorso al pronto soccorso. Il giudice Pietro Merletti, che ha presieduto il caso in sede civile, ha stabilito un "nesso di causalità tra l’evento lesivo e la condotta sanitaria", criticando la mancanza di cautela nell’esecuzione dell’intervento. Sebbene la scelta terapeutica fosse giudicata appropriata, l’esecuzione non è stata ritenuta adeguata. La causa, avviata nel 2021 con l’assistenza legale degli avvocati Francesco Ricci, Andrea Prosperi (deceduto) e Maurizio Colangelo, chiedeva inizialmente un risarcimento di quasi 400mila euro. Un caso che evidenzia l’importanza della precisione e della prudenza nella pratica medica e rafforza la consapevolezza sui diritti dei pazienti e le responsabilità del personale sanitario. La sentenza rappresenta un significativo precedente per casi simili, sottolineando la necessità di un rigoroso rispetto degli standard medici per prevenire danni irreparabili ai pazienti.