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PESARO - Nuova udienza presso la Corte D’assise del Tribunale di Pesaro, per il processo legato all’omicidio di Marcello Bruzzese, freddato da una scarica di proiettili il 25 dicembre 2018 in via Bovio, nel centro storico di Pesaro. Rocco Versace, 57enne calabrese, è accusato di omicidio volontario aggravato dal fatto di aver agevolato un’organizzazione di stampo mafioso. La Corte ha ascoltato la relazione di Marco Zonaro, Consulente Tecnico Forense, incarico dal tribunale di esaminare la posizione delle schede telefoniche dei soggetto coinvolti nell’omicidio. In particolare, nel corso dell’udienza è stato analizzato un tragitto in autostrada, nella zona campana del salernitano, che avrebbe effettuato Versace il 19 novembre 2018, circa un mese prima dell’omicidio di Bruzzese. In quell’occasione, le schede telefoniche di Versace, quella a lui intestata ma anche la scheda telefonica criptata, secondo la consulenza di Zonaro, hanno agganciato le celle presenti di quella zona in più momenti a partire da qualche minuto dopo le ore 13. I legali della difesa hanno sostenuto che il proprio consulente ha rilevato un’incompatibilità di distanza negli agganci delle schede telefoniche. Versace, come era stato riportato in aula nella precedente udienza dal commissario di polizia che si era occupato delle indagini legate alla Cosca Crea di Rizzicoli, aveva favorito la latitanza di Teodoro Crea, il capofamiglia, e per questo era stato arrestato e già finito in carcere, prima dell’arresto del 2021 per l’omicidio Bruzzese. Nuove intercettazioni che hanno intensificato quel rapporto di vicinanza, già emerso dalle testimonianze dei carabinieri, tra Versace e i Crea. E’ stato richiesto un lavoro enorme da parte dei Ros: esaminati 5 miliardi di dati, contenuti in 600.000 mail inviate dal gestore, relative a conversazioni telefoniche catalogate e localizzate attraverso le celle telefoniche, tramite l’utilizzo di un software ideato e prodotto dai carabinieri. I sicari di Marcello Bruzzese, Michelangelo Tripodi e Francesco Candiloro sono stati condannati all’ergastolo dal tribunale di Ancona. Girolamo Biagio Bruzzese, collaboratore di giustizia dal 2003, aveva riferito in aula nelle settimane passate, di essersi ricordato che il fratello Marcello gli avrebbe detto di aver visto Rocco Versace a Pesaro un mese prima dell’omicidio con tre persone su una macchina, alla rotonda del Trony. Ma gli avvocati della difesa avevano smentito questa ricostruzione, in quanto il telefonino di Versace, secondo le analisi effettuate da un perito da loro incaricato, sarebbe sempre stato agganciato in quel periodo alle celle della zona calabrese. Per la procura Versace avrebbe avuto un ruolo chiave nella pianificazione dell’omicidio di Marcello Bruzzese. La difesa punta a smontare le accuse, partendo dal fatto che nel giorno dell’omicidio Versace era in Calabria e i suoi spostamenti nel Pesarese e Riminese sarebbero stati solo per motivi di lavoro, legati alla compravendita di auto.

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