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FALCONARA MARITTIMA - Dopo le tante mobilitazioni di questi lunghi anni, il presidio del 14 ottobre davanti alla raffineria Api di Falconara, il grande corteo #fermiamoilDisastroambientale dello scorso 27 gennaio, le partecipate assemblee pubbliche, le centinaia di segnalazioni agli enti di controllo, l’apertura dal basso di due procedimenti penali a carico dei vertici e della società stessa Api spa, oltreché dell’ex direttore Arpa Marche Giancarlo Marchetti, sabato 18 maggio i rappresentanti del comitato Mal’Aria e di Falkatraz onlus saranno presenti anche a Roma, in presidio davanti al Ministero dell’Ambiente.
“In pullman fino a Roma per chiedere risposte chiare – si legge in una nota delle associazioni ambientaliste falconaresi - i funzionari e politici del Ministero saranno chiamati a dire apertamente da che parte stanno rispetto alla necessità di fermare il disastro ambientale accertato a Falconara Marittima dai carabinieri del Noe di Ancona e dai periti incaricati dalla Procura della Repubblica di Ancona, la quale, con l’inchiesta “Oro nero” (proc. Pen 2654_2018), ha avanzato reati di estrema gravità, tra cui quello di disastro ambientale commesso ai danni del territorio, e cioè l’alterazione quasi irreversibile delle sue matrici ambientali (contaminazione di aria, suolo, sottosuolo, acque marine e di falda)”.
“Nessuno può più negare – prosegue il comunicato stampa - la criticità e gravità delle condizioni sanitarie e ambientali a cui sono esposte le persone di questo territorio. Saremo a Roma, con quella dignità composta e civile e i tanti contenuti di cui siamo da sempre capaci, insieme ad altri territori in cammino “Per il clima fuori dal fossile”, perché nonostante ciò che sta emergendo dai processi le istituzioni sembrano restare di fatto ferme. Servirebbero provvedimenti urgenti ed eccezionali: sospensioni temporanee degli impianti, progressiva dismissione delle attività inquinanti, misure di risarcimento verso la cittadinanza che tutelino i lavoratori, bonifiche pubbliche e private”.
“E invece dobbiamo quotidianamente constatare – conclude il documento - l’inconcludenza e l’inerzia della politica degli annunci dei tavoli tecnici ed istituzionali, convocati spesso solo all’apice delle proteste, la cronica insufficienza e carenza dei sistemi di controllo e monitoraggio degli enti pubblici, il ritardo e le lacune inaccettabili dei programmi di bonifica”.