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Non solo intercettazioni delle conversazioni telefoniche, spostamenti e contatti avuti con i familiari in carcere dopo l’arresto. I Ros hanno portato all’attenzione della corte d’assise di Pesaro una serie di movimenti di Rocco Versace nell’ambito dell’attività lavorativa inerente alla società con il figlio Teodoro.

Il 57enne calabrese, secondo la procura, avrebbe avuto un ruolo chiave nella pianificazione dell’omicidio di Marcello Bruzzese, freddato da una scarica di proiettili il 25 dicembre 2018 in via Bovio, nel centro storico di Pesaro. In tribunale sono stati ascoltati alcuni testimoni, operanti nel settore della vendita e riparazioni di auto, che nei mesi precedenti all’omicidio di Natale, hanno riferito di aver intrattenuto con Versace, e con Michelangelo Tripodi uno dei due sicari di Bruzzese, conversazioni di natura lavorativa in differenti situazioni e località del centro-nord Italia.

I contatti rilevati dalle conversazioni telefoniche di Versace tra fine 2020 e inizio 2021, nella precedente udienza erano stati incrociati con quelli rilevati da un’utenza utilizzata dal figlio Teodoro, intestata ad un prestanome, negli otto mesi precedenti all’omicidio in via Bovio. Contatti che nella maggior parte dei casi coincidono. Così come gli spostamenti monitorati con il Gps di pari passo con le celle telefoniche agganciate. Altri testi avevano rilevato come Versace fosse salito al nord per compravendita di auto usate.

La difesa punta a smontare le accuse, partendo dal fatto che nel giorno dell’omicidio Versace era in Calabria e i suoi spostamenti nel Pesarese e Riminese sarebbero stati solo per motivi di lavoro. Si scaverà ancora nei movimenti di Versace nelle prossime udienze in programma a gennaio, prima di arrivare, probabilmente in primavera, alla sentenza di primo grado. Versace è accusato di omicidio volontario aggravato dal fatto di aver agevolato un’organizzazione di stampo mafioso, la famiglia calabrese Crea, appunto, alla quale apparteneva Girolamo Biagio, fratello della vittima, prima di diventare collaboratore di giustizia.

Nelle precedenti udienze, i carabinieri avevano portato alla luce il rapporto fiduciario di Versace con i Crea, attraverso l’esame delle varie indagini relative alla cosca calabrese e ai loro legami con altre famiglie mafiose della Piana di Gioia Tauro, In particolar modo, nel procedimento legato al processo Toro, che prende il nome dall’appellativo del capofamiglia teodoro Crea, era stata coinvolta anche la figura di Versace, condannato a 2 anni e 6 mesi per favoreggiamento personale.

Il 57enne calabrese è stata arrestato a ottobre 2021, insieme ai due sicari di Bruzzese, Michelangelo Tripodi e Francesco Candiloro, condannati all’ergastolo dal tribunale di Ancona. Prossima udienza il 10 gennaio 2024.

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