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Per la Procura di Ancona è stato il proprietario ad ucciderli, un avvocato maceratese, Marco Battellini, 64 anni. Li avrebbe avvelenati dandogli da mangiare del cibo mescolato ad un topicida che aveva acquistato giorni prima in una ferramenta di Numana.
I tre animali erano stati ritrovati morti il 6 febbraio del 2021 e il proprietario aveva dichiarato che erano stati avvelenati.
Dopo una citazione diretta Battellini è finito a processo per uccisione di animali e l’udienza si è aperta questa mattina al tribunale di Ancona, davanti al giudice Lamberto Giusti. L’imputato si sarebbe voluto disfare delle tre bestiole perché non più in grado di controllarli. Accuse che l’imputato respinge tramite il suo avvocato.
«Il mio assistito non ha ucciso nessun cane - chiarisce l’avvocato Giovanni Bora - e siamo felici che ora ci sia il vaglio di un terzo giudice per stabilire la verità. Sono cani di un certo valore economico e se voleva sbarazzarsene li avrebbe venduti anche perché c’era stata una donna che gli aveva fatto una offerta. Supponiamo che sia vittima di qualcuno piuttosto ma la verità emergerà al processo».
I cani si chiamavano Max, Hermes e Diva. Il primo aveva 6 anni ed era il padre degli altri due che avevano 2 anni. Dopo il ritrovamento era stato lo stesso proprietario a darne notizia su Facebook pubblicando la foto choc del cani ormai morti, stesi a terra.
Battellini aveva usato anche parole dure contro i responsabili, sempre tramite social, scrivendo «il cerchio si sta stringendo, hai lasciato delle tracce, mi fai ribrezzo» e mettendo in allerta i possessori di altri animali scrivendo «suggerisco massima attenzione».
Il pm Daniele Paci aveva aperto un fascicolo inizialmente a carico di ignoti, poi migrato alla pm Valeria Cigliola per un trasferimento di sede lavorativa del primo. L’autopsia fatta sugli animali ha evidenziato tracce del topicida.
Si sono costituite parte civile nel processo due associazioni animaliste, la Lav, con l’avvocato Tommaso Rossi e l’Enpa con l’avvocato Claudia Ricci. L’Enpa parla di «un quadro che fa orrore quello che sta emergendo - commenta Carla Rocchi, presidente nazionale - se le accuse dovessero essere confermate ci troveremmo di fronte a un caso socialmente pericoloso. Ci aspettiamo una pena esemplare». Rossi, per la Lav, esprime «soddisfazione per essere stati ammessi come parte civile, rimarca l’assoluta attenzione dell’associazione a presidiare fatti gravissimi come questo in danno agli animali».