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ANCONA - Fatah Mellou, algerino di 28 anni, è a un passo dal processo per l’accusa di omicidio volontario aggravato da futili motivi. Avrebbe ucciso con una fiocina il 23enne albanese Klajdi Bitri, nel pomeriggio del 27 agosto scorso a Sirolo (Ancona) dopo un litigio stradale in via Cilea. Il pubblico ministero Marco Pucilli ha richiesto il rinvio a giudizio per Mellou, e l’udienza preliminare davanti al giudice Alberto Pallucchini è fissata per l’11 giugno. L’algerino, difeso dall’avvocato Davide Mengarelli, è ancora in carcere. I familiari della vittima sono rappresentati dall’avvocato Marina Magistrelli. La Procura ha chiesto il processo dopo la conclusione delle indagini avvenuta ad aprile scorso, accompagnata dal deposito dell’autopsia effettuata dal medico legale Loredana Buscemi. L’autopsia ha rivelato che la fiocina, utilizzata per uccidere Bitri, era stata non solo impugnata come una spada, ma anche utilizzata per scoccare il colpo, sparando il tridente già carico sull’arma subacquea che Mellou teneva in auto, un fucile ad elastico. Il giorno dell’omicidio, l’algerino si trovava con la fidanzata quando un ingorgo stradale in una via centrale della località balneare ha provocato un acceso diverbio tra lui e Bitri, che era in compagnia di amici e parenti di ritorno dal mare. La situazione è degenerata in spinte e insulti, culminando con Mellou che, tornato alla sua auto, ha preso la fiocina e ha colpito mortalmente Bitri. Successivamente, Mellou è risalito in auto ed è fuggito. Dopo molte ore di ricerche, l’algerino è stato arrestato dai carabinieri a Falconara, dove si era recato al mare per pescare. Ha dichiarato di non essersi reso conto di aver ucciso il giovane albanese.

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