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ASCOLI PICENO – Anniversario agrodolce per l’Ascoli, che porta ancora addosso i segni della retrocessione in Serie C, dopo 9 anni tra i cadetti. Il 9 giugno 1974 il club bianconero scrisse la storia, con la prima promozione in Serie A. La prima squadra marchigiana nell’olimpo del calcio.
Era il Picchio del presidentissimo Costantino Rozzi, dei sui calzini rossi, delle sue sfuriate colorite, ma soprattutto delle sue intuizioni, e di Carletto Mazzone. Coppia irripetibile. Nella domenica di 50 anni fa l’1-1 allo stadio Del Duca contro il Parma, sommato alla sconfitta del Como a Reggio Emilia valse l’impresa ai bianconeri. Fu una festa che coinvolse non solo la città delle cento torri, ma buona parte della regione.
L’Ascoli concluse il campionato con 51 punti come il Varese (primo grazie alla migliore differenza reti), frutto di 16 vittorie, 19 pareggi e appena 3 sconfitte (tutte in trasferta: Taranto, Novara e Catanzaro), con 41 gol fatti e 22 subiti. Altra doppia annotazione: il bomber di quella stagione fu Renato Campanini, con 14 centri; il giocatore più presente, invece, il difensore Giuliano Castoldi, in campo 37 volte su 38.
Seguirono altri 15 tornei nella massima serie. Adesso è un’altra storia. Per uno dei momenti più tribolati dell’Ascoli, che aspetta di passare la mano dopo i 6 anni di gestione targati Massimo Pulcinelli.