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In poco più di due anni il presidente Tony Tiong ha investito nell'Ancona “circa 7 milioni di euro”. Martedì scorso l’imprenditore malese non l’ha iscritta in Serie C per meno di 450mila euro. Lo si legge nel (lunghissimo) comunicato che l’amministratore delegato biancorosso Roberta Nocelli ha inviato a Radio Tua.
“Non è stata tradita solo la mia fiducia, è stata tradita una città. Mi è sempre stato detto che il ritardo nell’arrivo dei fondi era dovuto a una momentanea e passeggera difficoltà nel trasferimento dall’estero delle somme necessarie. E non avevo motivo di dubitare. Non era la prima volta ma tutto sempre è stato messo in ordine anche con l’aiuto del socio di minoranza che in parte ha ricevuto indietro i fondi messi a disposizione” scrive la Nocelli.
Ma il focus è sui giorni subito precedenti il mancato rispetto dell’ultima scadenza, gli stipendi di marzo e aprile da corrispondere ai tesserati entro la mezzanotte del 4 giugno. “Nella giornata di venerdì 1° giugno sono arrivati altri fondi e il Presidente aveva rassicurato per altri fondi in arrivo lunedì 3 giugno. Lunedì 3 giugno, i fondi che dovevano arrivare da parte del Presidente non risultavano pervenuti sul conto e quindi ricominciavo a sollecitare anche attraverso una mail al consiglio di amministrazione e tenendo informati i soci. Martedì mattino ore 3.00, il Presidente ribadiva a me e all’altro consigliere Postacchini circa la possibilità di un investitore e che i fondi sarebbero arrivati dall’Italia altrimenti non ci sarebbe stato il tempo utile per il trasferimento, chiedendomi l’orario di chiusura delle banche. Nell’arco della giornata si susseguivano telefonate anche con altri interlocutori di sua fiducia, fino a quel momento a me sconosciuti, per monitorare la situazione. Nella pausa pranzo, convinta nella bontà degli eventi, mi precipitavo a Matelica per lasciare in banca le distinte dei bonifici da fare in modo istantaneo, poiché dopo le 13 i bonifici disposti dal portale avrebbero preso valuta 5 giugno. I fondi non sono mai arrivati. Le ore passavano e la disperazione si moltiplicava. Avevamo organizzato un incontro con i tecnici del settore giovanile con mister Boscaglia, ma la circostanza purtroppo ci costringeva a parlare di altro".
E siamo alle ultimissime ore di martedì. "Alle 22 venivo contattata da una persona, che a sua volta mi permetteva di interagire con un imprenditore disposto a investire nell’U.S. Ancona, ricevevo la contabile del bonifico che è anche depositata in COVISOC e speravo con tutta me stessa di poter fare un miracolo. Non ho mai detto di aver inviato i bonifici ai giocatori alle 23.59 e soprattutto non è mai arrivato un ordine dalla Questura per mostrare un qualsiasi palliativo per calmare i tifosi. La mattina seguente, insieme ad altre persone, cercavamo di capire se tutto fosse andato a buon fine, ma l’operazione non era riuscita. Questi sono i fatti e la conseguenza è che l’Ancona non parteciperà al prossimo campionato di Serie C” continua la Nocelli.
Passo indietro. Alle sue dimissioni. “Avrei dovuto dimettermi subito dopo la partita con la Lucchese”, lo 0-0 di fine aprile che ha sancito la salvezza (sul campo) dei dorici. Subito dopo c’è stato il viaggio in Cina concordato con Tiong. “Non sono andata di certo per trattare la vendita dell’Ancona. Ad Hong Kong, alla luce degli eventi dell’intera stagione, ho presentato al Presidente e al consigliere Postacchini le mie dimissioni, mettendo Tony Tiong nella condizione di scegliere un amministratore e un direttore generale di sua fiducia. Non ho chiesto una buonuscita”.
“Il Presidente mi ha detto di aver bisogno di me e non voleva un altro amministratore, pertanto ho fatto delle richieste precise sulla gestione finanziaria, sportiva e organizzativa. Abbiamo parlato delle somme necessarie per le scadenze, dei fornitori da pagare. Mi ha detto che la cifra necessaria era importante, di sicuro io avevo fornito a luglio 2023, indicazioni precise sul fabbisogno finanziario e sul budget in base agli investimenti fornitemi a sua volta dal presidente e agli accordi presi in occasione dell’incontro societario che si era svolto al Lago di Como in presenza dei soci e del CDA a maggio 2023, quindi non c’era alcuna sorpresa”.
Le sorprese sono arrivate dopo. La fideiussione per l’iscrizione sì, gli stipendi no. “Se sono rimasta è anzitutto perché ero convinta che i fondi sarebbero arrivati” scrive ancora Roberta Nocelli. “Inoltre temevo che con le mie dimissioni e dichiarazioni successive avrei messo in difficoltà una persona che ha già investito in questa società circa 7 milioni di euro, con il pericolo che poi non volesse più nemmeno versare la somma necessaria per la fideiussione”.
“Non avrei mai potuto immaginare questo epilogo”. Ma è successo. “Posso aver sbagliato tanto, posso subire ogni tipo di umiliazione, ma non ho tradito nessuno. Rientro in quella fascia di persone che si sente abbandonata, piuttosto, da chi doveva finanziare la società”
Siamo all’oggi. “Tutti mi hanno chiesto di restare al mio posto: Tiong nell’incontro ad Hong Kong, Canil e anche il Sindaco Silvetti, per agevolare qualsiasi operazione affinché questa società si salvi. Scommetto che, se dovessi rimanere come l’unico interlocutore e l’operazione non si dovesse concludere, sarà colpa mia. Se dovesse andare a buon fine, sarà merito degli altri. Ma tutti pensano che, se mi dimetto, sono una vigliacca. Ad oggi ci sono ancora io che sto lavorando con Lega Pro e con il commercialista per far in modo che se ci siano persone interessate a questa società non si perda l’occasione di salvare il salvabile.
Quindi il finale: “Il mio pensiero è rivolto a tutti, nessuno escluso. Ad ogni componente di questa società che ha dato oltre il 100%, a tutti i bambini, ai tifosi, alla città di Ancona. Una riflessione la faccio anche per quelle persone che stanno distruggendo la mia immagine in ogni modo, comprendo la loro rabbia perché ne ho tanta anche io, ma nel mio ruolo più di quello che ho fatto, oltre il possibile, non avrei potuto. Questo mio comunicato non restituisce la serie C all’Ancona e nemmeno è una difesa personale. Sto passando l’inferno, come tutti. Ho perso il mio sogno, il nostro sogno quello per cui ho trascurato i miei figli. Perché per me non era solo un lavoro, era la mia famiglia, la mia casa” conclude Roberta Nocelli.