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L’Abruzzo al centro di un traffico di droga che aveva il fulcro degli affari a Orta Nova, in provincia di Foggia, dove il clan Gaeta è da tempo operativo. Ma l’attività del gruppo si espandeva anche a Teramo e Chieti oltre che alle province di Barletta-Andria-Trani e Bari. E proprio da un’inchiesta su un gruppo criminale attivo a Bari vecchia erano partite le indagini, iniziate nel maggio 2019, coordinate dalla Dda.
Nelle ultime ore si è chiuso il cerchio e la presunta organizzazione criminale è stata smantellata nel corso di una operazione della Guardia di finanza di Bari sfociata nell’esecuzione di 31 misure cautelari emesse dal gip Rosa Caramia su richiesta della Procura distrettuale antimafia: 29 arresti (15 in carcere, 14 ai domiciliari) e due obblighi di dimora.

Oltre ai provvedimenti restrittivi, è stato disposto anche il sequestro di beni del valore di oltre 2 milioni. Secondo gli inquirenti, il presunto sodalizio aveva una "elevata capacità organizzativa", una "rilevante disponibilità di mezzi finanziari e strumentali", oltre a disporre di una "cassa comune e di una vera e propria ’contabilità di esercizio’", come scrive la finanza in un comunicato.
Agli indagati sono contestati i reati di associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, oltre che produzione, traffico e detenzione illecita di droga. Tra gli arrestati Andrea Gaeta, 53enne nipote del boss di Orta Nova Francesco e già imputato per un tentato omicidio, Michele e Mariano Scuccimarra (61 e 33 anni) e Michele Aghilar (40 anni), i principali indagati. 

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