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SAN BENEDETTO DEL TRONTO – “Per me, Sbaffo è libero di firmare con la Sambenedettese”. Lo scrive su Facebook Guglielmo Maria De Feis, ex rossoblù (47 presenze e 16 gol nelle stagioni 1996/97 e 1999/2000), laureato in giurisprudenza, scrittore e docente al Centro tecnico di Coverciano.
De Feis interviene sul caso scoppiato ieri (clicca QUI e QUI). “Con la premessa che non sono un appassionato di Carte Federali, mi cimento nell’interpretazione delle NOIF relativamente alla vicenda che coinvolge Alessandro Sbaffo, la Recanatese e la Sambenedettese. I regolamenti calcistici (non solo le Norme Organizzative Interne della Federazione, ma anche i regolamenti sui trasferimenti internazionali) sembrano il regno delle interpretazioni giuridiche. Mentre in campo si pretenderebbe la codifica oggettiva (da Ius Romanum) del fallo di mano in area di rigore, fuori da esso si preferisce la valutazione caso per caso di stampo anglosassone” scrive De Feis, che poi ripercorre la vicenda che sta tenendo con il fiato sospeso i tifosi di Recanatese e Samb.
“Sbaffo ha firmato due anni di contratto con la Recanatese, ma essendo la società retrocessa in Interregionale, si è ritenuto libero di firmare un contratto sportivo di tre anni con la Sambenedettese, che però gioca a sua volta in Interregionale. La Recanatese ritiene valido il contratto di due anni col giocatore ai fini del vincolo sportivo e non ritiene valido l’accordo con la Sambenedettese del calciatore. Per me, Sbaffo è libero di firmare con la Sambenedettese”.
Qui sopra Guglielmo De Feis
De Feis spiega: “La ratio delle norme interessate, infatti, non è quella di tutelare il contratto del professionista retrocesso, quanto quello di tutelare gli interessi della società retrocessa sui diritti relativi ai calciatori giovani (under 24). In pratica: si vuole tutelare la società che abbia rilevato il contratto di un giovane professionista (o fatto firmare il primo contratto da professionista) anche in caso di retrocessione, salvaguardando il vincolo sportivo del giocatore con la stessa società. Alessandro Sbaffo, però, ha trentatré anni e non avrebbe senso (quarant’anni dopo la decadenza del vincolo e trenta dopo la sentenza Bosman) che si ritrovasse con un vincolo sportivo a dir poco anacronistico”.
“A dimostrazione di quanto affermo, basti pensare al caso inverso: Sbaffo è un fuoriclasse della categoria, ma per uno Sbaffo esistono cento calciatori dei cui contratti le società retrocesse vorrebbero disfarsi una volta scese di categoria e la questione creerebbe un pericoloso precedente. Con la retrocessione, il contratto da professionista di Sbaffo è risolto e lui può accordarsi con chi vuole. Non appare convincente del resto nemmeno la spiegazione secondo la quale, invece, il calciatore potrebbe firmare con una società professionistica. Infatti, o quello con la Recanatese è un contratto (ed è valido in ogni caso) o non lo è più (perché risolto), ma non può essere un vincolo sportivo (possibile solo per gli under 24)” conclude Guglielmo Maria De Feis.