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Conferimento dell’incarico questa mattina, al medico legale Cristian D’Ovidio, per l’autopsia sul corpo di Christopher Thomas Luciani, 17 anni da compiere, ucciso domenica pomeriggio nel parco Baden Powell di Pescara. L’esame autoptico sarà determinante per chiarire ulteriormente la dinamica dei fatti e per appurare cause e tempi della morte del giovane. Intanto, è attesa la convalida del fermo dei due 16enni ritenuti responsabile dell’omicidio. Attualmente i due ragazzi si trovano nei centri di prima accoglienza dell’Aquila e di Roma.

Continuano a trapelare stralci delle dichiarazioni contenute nei verbali del 16enne che ha lanciato l’allarme dopo l’omicidio " Lui era a terra, con una gamba accavallata all’altra, ripiegato per terra, esposto ai colpi sul fianco destro. Io ero davvero frastornato ed ho capito che non era qualcosa che potessi tenere per me e quindi ne ho parlato" con il padre, che poi ha lanciato l’allarme". Durante l’interrogatorio il giovane ha anche mostrato lo scambio di messaggi con un altro ragazzo del gruppo, in cui "si parla della necessità di denunciare l’accaduto".

Il testimone chiave del delitto, ha raccontato che l’amico durante la testimonianza, una volta uscito dalla vegetazione "era completamente giallo in viso e sembrava stesse per finire".
"Mi accorgo che è completamente scioccato", ha raccontato un altro giovane del gruppo, ascoltato dagli inquirenti. "Gli chiediamo che cosa sia successo e lui ci dice ’è morto’. Dopo poco escono dal vicolo" anche i due ragazzi sottoposti a fermo, "non ricordo le parole precise che hanno detto. Ci hanno fatto capire che è morto e che lo avevano accoltellato".

Dopo la nonna della vittima, a rompere il silenzio è il carabiniere padre del giovane che ha collaborato e scelto di affidarsi alle forze dell’ordine per chiarire quanto accaduto: «Non solo non mi assolvo come padre, ma dico che qui nessun adulto può assolversi davvero - dichiara al Corriere della Sera - e dico che forse è peggio di come la state rappresentando voi».

Parla anche il fratello di uno dei ragazzi indagati per l’omicidio: "E’ pur sempre mio fratello, gli vorrò sempre bene però paghi il giusto per quello che ha fatto. Ha bisogno di fare gli anni negli istituti dove può essere aiutato. Non chiediamo sconti, crediamo nella giustizia. Mio fratello è accusato di questo massacro e se ha sbagliato dovrà pagare ".

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