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ANCONA – Nessuna responsabilità penale per l’investimento sui binari di Mattia Perini. Il gip di Ancona Carlo Masini archivia il caso dello studente di Civitanova Marche (Macerata), di 16 anni, travolto dal treno alla stazione di Loreto il 9 gennaio del 2020 mentre tornava a casa da scuola.


Per il giudice, che ha sciolto la riserva dopo l’udienza che si è tenuta mercoledì scorso al tribunale di Ancona (per una opposizione all’archiviazione dei familiari decisa dal pubblico ministero Serena Bizzarri), non ci sono responsabilità penali nella vicenda.
"La dinamica dell’incidente, indicativa d’una elevata distrazione del Perini – scrive Masini - in fase d’attraversamento dei binari (il ragazzo si è accorto del sopraggiungere del treno solo all’ultimo istante, quando ormai la motrice gli era addosso), rende verosimile l’affermazione dei due macchinisti che il giovane, con le cuffie alle orecchie, fosse intento a guardare il telefono cellulare (rinvenuto a pezzi in sede di sopralluogo di polizia giudiziaria)".
E da più testimonianze raccolte nell’immediatezza dei fatti: "Il ragazzo si è immesso sui binari nonostante il treno ad alta velocità fosse nelle immediate vicinanze", scrive il gip nell’ordinanza. Persone presenti sul posto come un 17enne, sentito a sommarie informazioni, che si trovava sul marciapiede dei binari 2-3 al momento dell’incidente: il ragazzo "ha dichiarato d’avere sentito il treno in transito sul binario 2 suonare ripetutamente, tanto da indurlo a volerne capire la ragione, subito colta nella presenza di Mattia Perini, da lui conosciuto solo di vista, "che stava in mezzo ai binari" e che tentava all’ultimo di scostarsi.
Un 20enne lo ha visto con le cuffiette alle orecchie che "camminava lungo il marciapiede del primo binario per poi - scrive il gip - d’un tratto, iniziare l’attraversamento dei binari giungendo tra il primo e il secondo, rendendosi conto solo in quell’istante dell’arrivo del treno, che suonava più volte".
Nessuno aveva fatto in tempo ad avvisare il 16enne del sopraggiungere del treno. Lo stesso 20enne ha aggiunto di aver sentito "il suono della campanella di arrivo dei treni".
Per il giudice c’erano i segnali di divieto presenti in stazione e le raccomandazioni sonore di non attraversare i binari "che certamente egli aveva sentito più e più volte in stazione usufruendo giornalmente del servizio ferroviario" ma "ha deciso, contravvenendo al comune sentire, di porre in essere un comportamento clamorosamente imprudente, consistito nell’attraversare i binari ferroviari senza fare uso del sottopassaggio pedonale, a lui ben noto, ponendosi elettivamente in una situazione di estremo pericolo".

"Non può affatto sostenersi, con la necessaria certezza - scrive ancora il gip - né che eventuali barriere basse, quali quelle visibili nelle fotografie allegate alla consulenza Padalino (richiesta dai familiari, ndr) avrebbero dissuaso o impedito l’attraversamento".
Nemmeno la velocità del convoglio e la mancanza del sistema di registrazione delle telecamere in stazione avrebbero, secondo il giudice cambiato le cose.

"La dinamica dell’investimento fa ritenere del tutto irrilevanti, nella determinazione dell’evento lesivo, eventuali - non adeguatamente provati - pretesi sforamenti dei limiti di velocità (145 km/h anziché 135 km/h), considerato che la condotta del ragazzo non sarebbe cambiata e nulla consentirebbe di escludere che le conseguenze lesive sarebbero state diverse. La mancata attivazione dell’impianto di videosorveglianza - conclude il gip - non è da porsi in rapporto causale con l’investimento, data la repentinità del tentativo d’attraversamento".

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