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Un medico legale sarà la dama della Piazzarola per la Quintana di agosto. Si tratta della 34enne Gioia Piccinini, che con il suo sorriso e la sua eleganza ingentilirà il corteo storico biancorosso nell’edizione dedicata al patrono e nell’anno del Settantennale. A presentarla, emozionati, il caposestiere Carlo Bartoli e il console Gigi Morganti, in presenza del cavaliere Davide Dimarti. Figlia di Toti Piccinini, storico sestierante piazzarolese e coordinatore di corteo, Gioia è anche mamma della piccola Aurora, la sua bambina di appena un anno. “Per me è un grande onore aver ricevuto questo incarico, anche perché respiro il clima della Quintana sin da quando sono nata – racconta la dama della Piazzarola -. Nel 1997 partecipai la prima volta alla sfilata, come paggetta. Poi ho fatto anche la damigella fino al 2016. Successivamente, per motivi di studio, mi sono allontanata e da un po’ vivo a Verona. Lo scorso anno, comunque, tornai ad assistere alla giostra con la mia figlioletta che era nata da pochi giorni. Dedico questa esperienza a mio papà e spero di portare fortuna al nostro cavaliere”. L’altra bellezza biancorossa che arricchirà il corteo di domenica, invece, è la 23enne Alessandra Marozzi, che interpreterà la figura di Elisabetta Trebbiani. Laureata in scienze della formazione, è figlia di Loreto, altro sestierante doc e membro del comitato. Abituata a partecipare alla Quintana come chiarina, Alessandra stavolta vivrà un’emozione decisamente diversa. “Sono felicissima e onorata per questo ruolo che il sestiere mi ha chiamata a rappresentare – ammette la 23enne -. Voglio anche ringraziare il gruppo dei musici per gli ottimi risultati che abbiamo raggiunto in questa annata e per il sostegno che mi è sempre arrivato”. Il caposestiere Carlo Bartoli stila anche un bilancio dell’attività svolta fino ad ora. “Per questo Settantennale sono stati organizzati tanti eventi – rivela il presidente del comitato biancorosso – La stanchezza si fa sentire ma ci siamo tolti grandi soddisfazioni che ci hanno fatto capire di aver lavorato bene”. “Ringrazio il caposestiere, perché è sempre difficile mantenere armonia all’interno di un sestiere e Carlo ci è riuscito – gli fa eco il console Morganti -. Siamo tornati alla motivazione più autentica che ogni quintanaro deve avere: la Quintana è una festa e così dobbiamo continuare a viverla”.