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TAVULLIA - Un furioso litigio in strada, dove sono visibili tracce di sangue in più punti. Poi una serie di coltellate, una delle quali diretta al cuore. Inutile la corsa all’ospedale di Cattolica per Dritan Idrizi, 38 anni, albanese, papà di una bimba. L’uomo, di Riccione, era già noto alle forze dell’ordine. Altre quattro persone sono rimaste ferite.
L’omicidio è avvenuto mercoledì sera intorno alle 22, a Tavullia, in provincia di Pesaro Urbino, al termine di un violenta discussione tra famiglie di origine albanese. La vittima, in compagnia di alcuni amici armati di bastoni e spranghe, sarebbe andata a Tavullia per regolare conti con un’altra famiglia di connazionali che risiede in una casolare: doveva riscuotere una somma di 5mila euro per presunti lavori edili. La lite sarebbe scoppiata in strada, in via San Giovanni, perché l’altra famiglia di Tavullia non aveva intenzione di pagare: pugni, calci, sprangate, martellate fino a che non è spuntato il coltello in mani di un componente della famiglia aggredita.
Idrizi ha riportato tre ferite: una al cuore, una all’altezza della milza e un’altra sul torace. Ha perso tantissimo sangue. L’uomo è stato trasportato in ospedale in auto dai connazionali. Era già in coma ed è morto poco dopo, malgrado l’estremo tentativo di salvarlo con un intervento chirurgico. Nel nosocomio romagnolo intorno alle 23.30 sono intervenuti anche i militari dell’Arma allertati dai sanitari.
Gli altri feriti sono stati trasferiti all’ospedale di Pesaro. Tre persone coinvolte nella rissa hanno riportate ferite giudicate guaribili fino a 40 giorni. Sono in corso indagini dei carabinieri, coordinate dalla Procura di Pesaro, per capire il movente dell’omicidio e individuare il responsabile. I carabinieri procedono per omicidio, tentato omicidio e lesioni gravi. Ci sarebbero già i primi arresti, con altri provvedimenti di fermo in arrivo.
La salma di Idrizi è stata portata all’obitorio dell’ospedale Riccione. Lì si sono presentati Una trentina tra parenti e amici del 38enne, chiedendo di poter vedere il corpo di Dritan. L’impossibilità di assecondare la richiesta, essendo la salma oggetto d’indagine, ha costretto i sanitari del nosocomio a chiamare i carabinieri della compagnia di Riccione che, sopraggiunti sul posto con tre gazzelle, hanno impedito l’escalation di tensione e blindato l’ingresso all’obitorio con un presidio di militari.
La famiglia residente nel casolare di Tavullia abitava lì da circa un anno, era poco conosciuta. Si tratta di un casolare che stavano sistemando.