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Tante, troppe le segnalazioni pervenute da operatori del settore e imprese acquicole sulla morìa di cozze in Abruzzo. Così ieri si è riunita d’urgenza la Conferenza della Pesca regionale per affrontare l’emergenza. A convocare la seduta è stato il vicepresidente della giunta regionale e assessore alla pesca, Emanuele Imprudente, che ha sottolineato le gravi difficoltà che stanno affliggendo la piccola pesca e gli impianti di molluschicoltura abruzzesi.
Le cause principali del problema sono state identificate nel riscaldamento delle acque marine costiere, la siccità e la presenza di mucillagine durante l’estate del 2024. Queste condizioni hanno causato uno stress significativo agli stock di molluschi, in particolare cozze e vongole, portando a una moria su larga scala sia del prodotto adulto che del novellame, mettendo in serio pericolo la produzione del prossimo anno.
Alla riunione hanno partecipato, oltre agli operatori del settore e alle associazioni di categoria, anche rappresentanti degli enti di monitoraggio tecnico-scientifici come l’Istituto Zooprofilattico (IZSAM), l’ARTA e i servizi competenti delle ASL. Questi enti sono stati coinvolti per supportare la produzione di dati scientifici e condurre rilevazioni adeguate, al fine di appurare l’assenza di patogeni che possano aver contribuito alla crisi.
Imprudente ha annunciato l’intenzione di coordinarsi con le altre regioni adriatiche per coinvolgere la Commissione Politiche Agricole nazionale e il Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste (MASAF). Inoltre, l’Assessorato regionale sta esplorando l’utilizzo di due misure del Fondo europeo per la Pesca (FEAMPA) per fornire supporto agli operatori, inclusa la possibilità di acquistare seme per il ripristino degli stock. Tuttavia, l’accesso a questi fondi sarà subordinato alla verifica di parametri economici specifici, come una perdita del 30% del fatturato o una mortalità superiore al 20% tra i molluschi.