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La Procura di Macerata ha depositato la richiesta di perizia psichiatrica su Nikollaq Hudhra, 55 anni, cittadino albanese e bracciante agricolo, accusato dell’omicidio premeditato dell’ex moglie Gentiana Kopili, 45 anni, avvenuto la sera del 14 giugno in viale Benadduci a Tolentino. Il pubblico ministero Enrico Riccioni intende verificare tre profili: la capacità di intendere e di volere dell’indagato al momento del fatto, l’idoneità a stare in giudizio e l’eventuale pericolosità sociale.

La richiesta è stata inoltrata al gip Daniela Bellesi, che dovrà decidere se disporre l’accertamento in incidente probatorio. In caso di esito compatibile con gli atti finora acquisiti, la Procura potrebbe imboccare la strada del giudizio immediato, ritenendo il quadro probatorio già solido.

Secondo la ricostruzione investigativa, la sera dell’omicidio Gentiana stava parlando al telefono, di spalle alla strada, quando l’ex marito l’avrebbe raggiunta in monopattino, sorprendendola alle spalle. Hudhra avrebbe nascosto in una busta un coltello da cucina con lama di circa 18 centimetri e avrebbe colpito la donna con 17 fendenti, alcuni dei quali mortali. Subito dopo si è seduto su una panchina a pochi metri dal corpo; qui è stato rintracciato dai carabinieri e condotto in caserma.

Nelle ore successive al fermo l’uomo ha reso una confessione sulla dinamica dell’agguato e sulle sue intenzioni, poi ribadite davanti al giudice per la convalida. Il gip ha applicato la misura cautelare più severa, con detenzione in carcere: inizialmente a Montacuto (Ancona), quindi trasferimento alla casa circondariale di Ferrara. L’indagato è assistito dall’avvocata Lucia Testarmata.

La vittima, che da tempo aveva intrapreso la via della separazione, era seguita dall’avvocato Guglielmo De Luca, ora legale dei familiari costituiti parte offesa. Secondo quanto emerso in fase d’indagine, il rapporto di coppia era segnato da condotte di controllo e da una progressiva escalation di tensione domestica: serrature cambiate, limitazioni all’accesso in casa e comportamenti ossessivi, elementi oggi sottoposti al vaglio degli inquirenti per delineare il contesto in cui maturò il delitto.

Sulla scena del crimine e nei giorni successivi sono stati eseguiti gli accertamenti tecnici disposti dalla Procura: rilievi, acquisizione di filmati e testimonianze, nonché l’autopsia, che ha confermato il numero e la traiettoria dei colpi. La perizia psichiatrica chiesta dal pm, se autorizzata, servirà a stabilire la presenza di eventuali disturbi tali da incidere sulla responsabilità penale e, in prospettiva, sulle misure di sicurezza.

L’omicidio di Gentiana ha scosso profondamente la comunità locale, diventando emblema dell’ennesimo femminicidio consumato in luogo pubblico, davanti a passanti rimasti attoniti. In città si sono susseguite manifestazioni e momenti di raccoglimento; la panchina nei pressi della quale l’indagato si sedette dopo l’aggressione è stata trasformata in simbolo contro la violenza sulle donne.

Nei prossimi giorni il gip deciderà sull’istanza di perizia. In caso di accoglimento, lo specialista incaricato dovrà esaminare documentazione sanitaria, colloquiare con l’indagato e redigere una relazione sui punti richiesti. Solo dopo tale passaggio la Procura scioglierà la riserva sull’eventuale richiesta di giudizio immediato, mentre la difesa valuterà le proprie strategie alla luce degli esiti peritali. Nel frattempo restano in piedi le accuse più gravi: omicidio aggravato dalla premeditazione e dal legame familiare.

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