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ANCONA - Un allevatore marchigiano è stato denunciato dai carabinieri forestali per maltrattamento di animali e commercio illecito di fauna selvatica. L’uomo, residente nella provincia di Ancona, è accusato di aver commercializzato uccelli da richiamo con anelli manomessi e contraffatti, violando la normativa vigente sulla protezione della fauna (Legge n. 157/1992). Durante le perquisizioni, eseguite su mandato della Procura della Repubblica di Ancona, sono stati sequestrati 84 volatili, appartenenti alla famiglia dei turdidi, tra cui tordi, merli e cesene.
Le indagini, condotte dal Nipaaf e dal Nucleo Cites di Ancona, hanno rivelato che gli animali venivano tenuti in gabbie di dimensioni non adeguate, sporche di escrementi, e in condizioni tali da impedire loro di volare. Inoltre, è stata accertata la vendita illecita di 41 uccelli da richiamo a cacciatori delle province di Ancona e Perugia, che apparentemente non erano a conoscenza dell’origine illegale degli esemplari acquistati.
Il traffico illecito di uccelli da richiamo, sottolineano i Carabinieri Forestali, rappresenta uno dei principali crimini contro la fauna selvatica in Italia, con un giro d’affari stimato in circa 20.000 euro annui per l’allevatore, che vendeva ogni anno circa 200 esemplari a prezzi compresi tra 50 e 200 euro l’uno. Gli uccelli, spesso catturati illegalmente in natura, venivano equipaggiati con anelli inamovibili contraffatti per farli sembrare nati in cattività, in violazione dei sigilli di Stato.
L’allevatore rischia ora una pena che va da uno a cinque anni di reclusione per i reati contestati.