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Era la vigilia di Ferragosto del 2015 quando Carla Benigni, 36 anni, mamma di due bambini, perse la vita folgorata davanti casa sua a Castignano mentre sistemava gli addobbi per la festa di “Templaria”. Dopo oltre dieci anni anni di indagini e processi, la Corte d’Appello ha assolto con formula piena i tre imputati, chiudendo una vicenda giudiziaria lunga e dolorosa.
In primo grado, il tribunale aveva dichiarato i tre non colpevoli per intervenuta prescrizione. Ora, i giudici del secondo grado, hanno stabilito l’assoluzione per non aver commesso il fatto, riconoscendo che nessuno di loro ebbe responsabilità nella tragedia. Assoluzione che il codice di procedura penale consente di pronunciare anche in presenza di prescrizione, qualora dagli atti emerga in modo evidente che il fatto non sussiste, non costituisce reato o che l’imputato non lo ha commesso.
Gli imputati erano Nimes Alesi, proprietaria dell’immobile vicino al luogo dell’incidente, difesa dall’avvocato Silvia Paoletti; Roberto Rossetti, titolare dell’impresa edile, rappresentato dall’avvocato Giuseppe Falciani; e l’ingegnere Rolando Mariani, coordinatore dei lavori, difeso dal penalista ascolano Mauro Gionni.
Secondo le ricostruzioni, la giovane sarebbe rimasta folgorata dopo essersi appoggiata a un pluviale in rame divenuto conduttore di corrente a causa di fili scoperti provenienti da una scatola dell’Enel. Una perizia tecnica, disposta nel corso del processo, avrebbe escluso il nesso diretto tra i lavori di ristrutturazione e la scarica elettrica mortale.
Contro la prescrizione avevano fatto appello sia il pm Monti sia la difesa di Alesi. Con la sentenza di assoluzione, si chiude così una pagina giudiziaria che per anni ha scosso la comunità di Castignano.