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ANCONA - Se ne è andato, è "uscito dal gruppo", per usare il titolo dell’opera sicuramente più popolare pubblicata dalla sua casa editrice, la Transeuropa di Ancona, vera fucina di giovani (ma non solo) talenti letterari tra la fine degli anni ’80 e gli anni ’90. Massimo Canalini aveva 68 anni, e per chi l’ha conosciuto pare di vederlo ancora lì, nel suo ufficio di via Piave, tra risme di dattiloscritti, libri accatastati, telefoni che squillavano in continuazione, notti insonni, gli amati Led Zeppelin, un via vai di giovani aspiranti scrittori che arrivavano da tutta Italia.


Tanti i nomi che ancora oggi sono un punto di riferimento per la letteratura italiana: ovviamente Enrico Brizzi, che col suo "Jack Frusciante è uscito dal gruppo" nel 1994 fu un caso editoriale clamoroso, ma anche i marchigiani Silvia Ballestra con "La guerra degli Antò" e "Compleanno dell’iguana", e poi Angelo Ferracuti, la già anziana Joyce Lussu, la collaborazione con Pier Vittorio Tondelli e il progetto Under 25, proseguito poi negli anni ’90: un vero e proprio ponte tra lo scrittore emiliano e le generazioni successive.


La sua scomparsa lascia un segno importante nella cultura italiana e ovviamente anconetana. Canalini aveva proseguito la sua attività da editore anche negli anni Duemila. 


Il funerale si terrà domani, martedì 17 settembre, alle ore 10,30, presso la Chiesa di Santa Maria dei Servi in via del Conero, Ancona.


Tanti, in queste ore, i commenti e i ricordi nel mondo della cultura italiana e da parte di chi lo aveva conosciuto ed era stato aiutato nella pratica della scrittura: "E’ stato un editore geniale, divertentissimo, punk, completamente pazzo, coltissimo, imprevedibile, sovversivo. Grande è la tristezza" scrive Silvia Ballestra


Enrico Brizzi: "Servirà tempo per capire cosa ci ha colpiti; poi sarà il caso che tutti noi, non solo gli ex Under 25 e i Tondelliani hardcore transitati dalle stanze di Transeuropa, ma tutti noi che abbiamo a che fare con i libri, cominciamo a fare i conti sul serio con l’eredità di Max. Un uomo, sia detto per inciso, che in ufficio riceveva gli ospiti sotto un ingrandimento formato poster di un articolo che lo definiva “il migliore talent scout d’Italia”, ma al tempo stesso non ha mai smesso di definirsi con orgoglio “un piccolo editore”. Ci metteva anche un’ombra di compiacimento, da primattore qual era, ma su un fatto non l’ho mai sentito scherzare. Penso precisamente a quando definiva la propria opera con un termine solenne e avventuroso, che tanta editoria di oggi farebbe bene a rivalutare: “ricerca”".


La casa editrice Transeuropa, oggi con sede a Carrara e diretta da Giulio Milani (lanciato in una raccolta Under 25): "Nato professionalmente in un periodo storico irripetibile di "geniali dilettanti" con una precisa visione di impegno morale, intellettuale e civile, Canalini ha trasformato Transeuropa in una fucina di sperimentazione e creatività, offrendo una piattaforma a oltre 600 opere e lanciando più di 40 autori. Insieme all’amico e complice intellettuale Pier Vittorio Tondelli, ha creato un laboratorio di narrativa che non solo ha scoperto nuovi talenti, ma ha anche spinto i confini della scrittura e della cultura italiana degli anni '80 e '90?".


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