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Il presidente del Consiglio regionale Dino Latini e ispiratore delle liste civiche, interviene sulla crisi della maggioranza a Osimo del sindaco Pirani, eletto al secondo turno dopo l’apparentamento con il candidato Sandro Antonelli, il centrodestra e appunto le liste civiche di Latini.

Non è una "battaglia per le poltrone" afferma Latini per spiegare la situazione di Osimo, dove è in corso una crisi politica della maggioranza guidata dal sindaco Francesco Pirani, ma per far riconoscere al movimento "pari dignità" e partecipare al tavolo dove si discutono di problemi della città "da cui siamo stati pregiudizialmente, brutalmente esclusi".

Una querelle che produce effetti anche a più ampio spettro, sfiorando anche la maggioranza regionale. Una vicenda, dice Latini a margine del Consiglio regionale, che "intanto sta mettendo in difficoltà il sottoscritto che con il movimento ha contribuito a portare l’80% dei voti al sindaco al primo turno e, oltre il 50% de voti".

"Cosa succede? Un colpo di Stato - attacca -: chi non ha vinto, è arrivato terzo, insieme al sindaco e al segretario provinciale di Fratelli d’Italia ha deciso pregiudizialmente di escludere il movimento delle liste civiche e di rendermi impresentabile, accusandomi di cose che non esistono".

"Non può essere di nessuna giustificazione la presenza di assessori che provengono dalle liste civiche o una cosiddetta guerra per le poltrone - ribadisce - la nostra battaglia è per avere la dignità dovuta al più longevo movimento che esiste a Osimo da 34 anni, perché abbia un ruolo che i cittadini hanno riconosciuto portando oltre 5.500 voti per far vincere Pirani".

"Se loro continueranno così - annuncia - noi continueremo a difendere la nostra posizione come l’ultimo dei Mohicani. Mi trovo con le spalle al muro, - ammette - attaccato da ogni punto di vista, i cittadini non capiscono e pensano che sia una battaglia di poltrone in realtà è una battaglia per far sì che i problemi che abbiamo posto sul tappeto e per cui abbiamo avuto il consenso portino anche la nostra firma, il nostro impegno, la nostra partecipazione. Siamo stati esclusi".

"Se dobbiamo rimanere in Consiglio - prosegue - lo facciamo con la nostra libertà di sempre con cui abbiamo portato avanti il movimento in dieci anni di opposizione; se non ci vogliono, - prosegue - perché il sindaco dice che troppi numeri a lui danno fastidio e secondo il responsabile di FdI Ciccioli dovremmo essere allineati e coperti su decisioni di FdI mentre siamo un movimento indipendente, è chiaro che decideremmo di uscire definitivamente dall’amministrazione".

"Una mediazione? Bisogna farla in due, - risponde Latini - Vorrei una pace ma sono addolorato perché servirebbe che qualcuno si mettesse attorno ad un tavolo a discutere, credo che anche l’amarezza di altri rappresentanti regionali derivi da questo: se ci si siede attorno a un tavolo e si discute, non si può poi buttare una bomba sotto al tavolo". "I tempi? Abbiamo una maggioranza di 12 consiglieri, 13 non sono in maggioranza; questa situazione si protrae da tempo. se rimangono a 12 e il regio decreto che hanno utilizzato nell’ultimo consiglio ha un valore, - conclude Latini - bastano quattro consiglieri su 23 per votare ed essere maggioranza, così nella realtà non è".


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