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PESARO - 10 milioni di euro per il piccolo Adam. Tre milioni e due milioni di euro rispettivamente per la madre e il padre di Anastasiia. E il risarcimento richiesto dall’avvocato di parte civile nel processo che vede come imputato Moustafa Alashry, accusato di omicidio volontario aggravato nei confronti dell’ex moglie Anastasiia. Il 13 novembre 2022 Anastasiia venne uccisa con 29 coltellate, nell’appartamento di Fano in via Trieste, dove i due vivevano dopo essere scappati dalla guerra in Ucraina. Nel corso dell’udienza presso il tribunale di Pesaro i pm al termine delle requisitoria hanno richiesto la condanna all’ergastolo con isolamento diurno per tre mesi nei confronti del 43enne egiziano. La sentenza era stata fissata inizialmente per il 24 settembre. Ma la presidente della Corte d’assise Lorena Mussoni ha riaggiornato le date delle prossime udienze. Il 15 ottobre l’arringa della difesa di Alashri. Il 18 ottobre la sentenza. Nel corso della fase istruttoria del processo, erano stati ascoltati in aula diversi testimoni. Tra questi, il medico che aveva visitato Moustafa in carcere a Bologna, confermando una ferita di cinque centimetri al polso e altre ferite al palmo e alle dita. Per la difesa dell’imputato sono i segni della reazione di Alashri all’aggressione della ex, che era andata a casa per recuperare dei vestiti e trasferirsi nell’abitazione del nuovo partner. L’egiziano aveva raccontato che la giovane ucraina volesse colpirlo al collo, riferendo di aver tentato di fermarla afferrando il coltello, poi di aver subito una ginocchiata all’inguine. Il legale dell’imputato ritiene, come riferito nelle udienze precedenti, che non ci sia l’aggravante dei maltrattamenti e che ci sia stato un eccesso di legittima difesa rispetto al tentativo della 23enne di aggredirlo. Prima dell’estate, era stata ascoltata dalla Corte anche Elina, la madre di Anastasiia, la quale aveva raccontato una versione diametralmente opposta, tra offese e violenze rivolte alla figlia dall’ex marito. In particolare, la donna aveva fatto ascoltare in aula un messaggio vocale di 43 secondi, inviatole da Anastasiia il 6 novembre 2022, una settimana prima di essere uccisa, nel quale la ragazza aveva paura per la sorte del figlio, il piccolo Adam, che al tempo aveva due anni. Il giorno prima la giovane ucraina si era recata al ristorante dove lavorava con una ferita al polso. I gestori del locale si rivolsero ad un’avvocatessa, che consigliò alla giovane ucraina di lasciare quella casa. Lei seguì il consiglio. Denuncia e codice rosso scattato. Aveva trovato un nuovo ragazzo, un collega di lavoro. Si era trasferita da lui insieme al bimbo. Poi quella mattina del 13 novembre era tornata nell’abitazione che condivideva con l’ex marito per prendere i suoi effetti personali. Il cadavere della 23enne qualche ora dopo era stato ritrovato in un trolley nelle campagne fanesi. Alashri aveva tentato la fuga. Ma i carabinieri lo avevano bloccato alla stazione di Bologna.

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