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ANCONA - Secondo la gip sarebbero responsabili di omissioni nel loro operato ma senza un nesso casuale con le morti della discoteca. E’ quanto contenuto nelle motivazioni delle sentenza emessa sulla strage di Corinaldo, filone amministrativo. Gli imputati, oltre a Principi, erano Massimo Mamma (responsabile Suap), Francesco Gallo (ex area vasta 2 per l’Asur), Rodolfo Milani (vigile del fuoco), Massimiliano Bruni (esperto di elettronica) e Stefano Martelli (polizia locale).
Un evento, scrive la gip, derivato "esclusivamente dalle cause sopravvenute e da individuarsi nella diffusione dello spray al peperoncino, all’eccessivo sovraffollamento consentito e ricercato dai gestori all’interno del locale in occasione della serata". La ricostruzione dell’evento "restituisce la descrizione di una dinamica autonoma - motiva la giudice - del tutto avulsa da una incidenza casuale delle criticità della rampa esterna all’uscita di sicurezza S3, della conformazione dei gradini e della strutturazione delle stesse balaustre, così come al pari delle problematiche di illuminazione e delle ricadute in termini di parametri di affollamento e della presenza di strutture abusive interne al locale". In merito al sovraffollamento di quella notte nel locale, più di mille persone in una sala autorizzata per 459, la gip scrive: "è evidente l’irrilevanza di una sia pur avvenuta determinazione scorretta in aumento del limite di capienza da parte della commissione di vigilanza". L’evento di evacuazione di emergenza nella discoteca si associa, secondo la giudice, a tutta una serie di caratteristiche concrete tale da "escluderlo dal novero degli eventi prevedibili dai membri della commissione di vigilanza ed inevitabili mediante il rispetto degli obblighi previsti a loro carico"

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