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"Interdire la passeggiata al porto e la visita al sacrario dei nostri tragici naufragi non è un contributo alla consapevolezza del ruolo dei lavoratori del Mare". E’ polemica a San Benedetto per la chiusura, disposta dall’autorità portuale, dell’accesso nella zona dove ormeggiano i pescherecci e in corrispondenza della banchina Malfizia dove non possono più accedere i mezzi non autorizzati, ma nemmeno i pedoni.

L’attivazione dei varchi, dovuta al rispetto delle normative come avviene già in altre marinerie, ha scatenato la protesta del Circolo dei Sambenedettesi. "Potremmo capire il non accesso a camion e vetture che potrebbero creare problematiche per illeciti sbarchi di pescato o intralci alla attività portuale, pur essendoci la piena possibilità di controllo da parte delle autorità con controlli e multe; ma ci pare del tutto esagerata l’impossibilità di vivere con una passeggiata un’area che è ancora parte integrante della città e che rappresenta la sedimentazione in un luogo di secoli di storia così come le lapidi in cui sono ricordati i nostri pescatori morti".

Secondo il Circolo dei Sambenedettesi anche i turisti avranno una chiave di lettura sbagliata della città. "Passando davanti alle lapidi vivrebbero veramente il sacrificio che costa il piatto di pesce che si apprestano a consumare e che San Benedetto non è solo la città delle Palme, vissuta superficialmente come ’divertimentificio’, ma una vera città di mare fatta di lavoro, di storia della pesca e di vite spese per avere la città di oggi. Nella crisi di questa attività, con la moria di imbarcazioni e di addetti, forse è il caso di proteggere l’identità marinara profonda e favorire la partecipazione cittadina alla vita del Mare e per il Mare"

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