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FABRIANO - Nel giorno in cui è stato proclamato il lutto cittadino a Fabriano. una folla di persone composta da gente comune, dipendenti di tutte le età, autorità e personaggi del mondo dell’imprenditoria, ha partecipato alla cattedrale di San Venanzio alla celebrazione del funerale di Francesco Merloni il cui feretro è arrivato dalla camera ardente allestita nel sito simbolo di Albacina, primo stabilimento (opificio artigianale) fondato dal padre Aristide Merloni per la Ariston, poi divenuta Indesit e, quindi Whirlpool.
Tutti per l’Ingegnere, come amava sentirsi chiamato, spentosi a 99 anni nella sua villa a Collegiglioni, circondato dagli affetti suoi più cari: quello della moglie Maria Cecilia Lazzarini e dei figli Paolo, Francesca e Claudia.
In chiesa, proprio per dare conforto ai familiari, si è stretta una regione intera, rappresentata in primis dal presidente Francesco Acquaroli.
Tantissime le autorità presenti, con numerosi sindaci del territorio, ma soprattutto due ex presidenti del consiglio dei Ministri: Romano Prodi ed Enrico Letta e l’ex presidente della Camera Pierferdinando Casini.



Come detto, alla cattedrale di San Venanzio, erano presenti tantissimi personaggi di spicco del mondo politico ed imprenditoriale, a testimonianza di ciò che ha rappresentato Francesco Merloni, imprenditore re degli elettrodomestici e politico di prestigio, sette volte in parlamento dal 1972 al 2001 e ministro dei lavori pubblici nei governi Amato e Ciampi.
Merloni è stato un uomo con una visione straordinaria che iniziò dal nulla, anzi dal contributo economico del parroco del paese, don Battista Rinaldi, che gli prestò 50mila lire (25 euro di oggi).
Da lì cominciò la sua ascesa, caratterizzata, nonostante l’internazionalizzazione delle sue aziende, dal costante volere mantenere le radici nella sua Fabriano.
Questo glielo riconoscono tutti i suoi dipendenti che anche durante il funerale si sono commossi in più occasioni, perché per loro Merloni non
è mai stato un padrone, era Francesco, il padre di una grande famiglia.
La celebrazione è giunta proprio nel giorno di San Francesco, patrono d’Italia, sottolineando che la città ha perso una figura di riferimento, una guida indiscussa e soprattutto un grandissimo uomo con doti umane rarissime. Ed oggi le diverse generazioni che hanno avuto la fortuna di conoscerlo e stimarlo, gli hanno restituito con questo sentitissimo ultimo saluto, l’affetto ricevuto.

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