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Fabrianese ancora nella morsa della crisi: sono stati richiesti contratti di solidarietà per circa 100 operai e 85 dipendenti dello stabilimento di Cerreto D’Esi (Ancona) della Electrolux, dove si producono cappe aspiranti di alta gamma.

Un eventuale utilizzo di questo ammortizzatore sociale, dopo le 22 settimane di cassa integrazione di questi ultimi anni, per scongiurare esuberi e, quindi, lavorare meno, per lavorare tutti.

Dovrebbe essere questa una delle misure che la multinazionale svedese comunicherà domani, 17 ottobre, ai sindacati di categoria durante l’incontro programmato a Mestre (Venezia). Petizione che avanzerà alle parti sociali a seguito della costante contrazione dei volumi produttivi che prosegue ormai da 3 anni.

"Il budget del 2024 si attestava intorno ai 115mila pezzi e per quest’anno non verrà raggiunto, con un ammanco di produzione di circa il 25%, dunque poco sopra gli 80mila pezzi", evidenzia Pierpaolo Pullini, componente della segreteria provinciale della Fiom, nonché responsabile del distretto produttivo di Fabriano.

In questo contesto, "il ricorso al Contratto di solidarietà può costituire un elemento importante per la salvaguardia del sito, ammesso che ne siano garantiti tutti i principi, a cominciare dal fatto che il lavoro deve essere equamente distribuito tra tutte le persone e che non dovrà esserci alcuna forzatura nei confronti delle persone, come nell’implementazione delle riduzioni di costi che l’Electrolux ha dichiarato di dover effettuare", prosegue Pullini, ribadendo che si chiederà all’azienda di garantire per il sito di Cerreto D’Esi "i principali investimenti soprattutto in nuovi prodotti, 2,4 milioni di euro, per poter essere in grado di conquistare quote di mercato e clienti, sia in questo momento di contrazione che nella fase in cui ci sarà una ripresa delle vendite", conclude.

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