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Dopo la condanna della ex moglie in primo grado ad Ancona a due anni di carcere per sottrazione e trattenimento di minore all’estero, la Corte d’Appello di Ancona a sorpresa, ha dichiarato ieri il difetto di giurisdizione italiano sul caso della figlia minore contesa. Una decisione che, salvo la possibilità di un ricorso in Cassazione, apre la prospettiva di sostenere questo giudizio in Grecia dove, in otto anni, l’unica concessione ottenuta da Vincioni è vedere la figlia nel Paese ellenico in posti pubblici, decisi dall’ex moglie, in presenza di lei e costantemente monitorato.
"Sono stravolto, chiedo aiuto a tutti, alla politica, alle istituzioni: non girate la faccia dall’altra parte". È il grido disperato di una padre, Emilio Vincioni, di Sassoferrato, che vede sempre più lontana la prospettiva di esercitare il ruolo di genitore della figlioletta di otto anni, che vive in Grecia con la madre, sin dalla nascita.
Dopo la sentenza d’appello, Vincioni, affiancato nella sua battaglia oltre che da una legale, anche dal consigliere regionale dei Civici Marche Giacomo Rossi, non nasconde la propria amarezza, parlando di sentenza "pilatesca": insieme all’allora moglie, vivevano a Sassoferrato; quando lei rimase incinta, volle andare nel suo Paese, nel 2016, a partorire con l’accordo di ritornare in Italia dal marito. La donna invece rimase in Grecia e da allora Vincioni non è di fatto più riuscito ad avere un rapporto genitoriale con la figlia: ha intrapreso una battaglia giudiziaria civile e penale ma in entrambi i casi le decisioni sono state sfavorevoli.
Nel primo caso, sul presupposto, contestato dal ricorrente, che la bimba debba rimanere in Grecia con la madre perché ha lì la sua residenza abituale essendovi nata, nonostante la coppia risiedesse stabilmente in Italia e la figlia sia tuttora nello stato di famiglia del padre; in campo penale, dopo una prima condanna, è arrivata la beffa del difetto di giurisdizione che di fatto trasferisce il procedimento in terra greca.