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PESARO - Venivano sfruttati a lavorare per 3 o 4 euro all’ora. E in alcuni casi si sorbivano turni di 12 ore, senza neppure un giorno di riposo. Un autolavaggio di Pesaro, gestito da tre egiziani, è stato sequestrato dai carabinieri dell’Ispettorato del Lavoro, insieme ai colleghi della stazione del capoluogo. E con la collaborazione del personale dell’azienda sanitaria. Le indagini sono state coordinate dalla Procura di Pesaro. Nell’attività di autolavaggio, gestita da tre egiziani, è stato accertato lo sfruttamento della manodopera nei confronti di sette connazionali dei tre gestori. I primi controlli nell’attività risalgono a marzo. In quell’occasione i carabinieri dell’Ispettorato, insieme al personale Forestale e alla polizia municipale, avevano rilevato violazioni sulle norme per l’inquinamento ambientale, ma anche irregolarità in merito alla Sicurezza sul Lavoro. Si è acceso un campanello d’allarme sul modo di condurre l’impresa, anche a seguito di altre prove raccolte sul posto. Sono scattate le indagini che hanno portato alla luce la condizioni di sfruttamento dei sette lavoratori, impiegati nel lavaggio a mano delle automobili. Egiziani, richiedenti asilo, reclutati tra indigenti e persone con necessità assoluta di lavorare per poter sopravvivere e inviare soldi alla propria famiglia nel territorio d’origine. Testimonianze, controlli, pedinamento. Gli accertamenti hanno consentito agli inquirenti di scoprire questa condotta delinquenziale dei tre egiziani. I lavoratori venivano pagati una miseria, spesso senza regolare contratto. A loro non veniva versato alcun emolumento previsto dal contratto nazionale. I lavoratori egiziani erano disperati avevano bisogno di soldi. Una situazione di disagio che spingeva i gestori a farli lavorare senza pause, con turni massacranti, senza mai riposare. Fornivano loro alloggi inadeguati, costretti a vivere in condizioni di assoluta trascuratezza.
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