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PESARO - Nell’interrogatorio del 1° dicembre 2023, dieci giorni dopo l’omicidio della moglie, Angelo Sfuggiti aveva raccontato del travaglio interiore che attraversava per la malattia di Rita Talamelli. Quella mattina del 20 novembre di due anni fa, al risveglio, molto presto, lei era lì che chiedeva di andare in banca per prelevare una importante somma di denaro. Voleva acquistare creme, profumi, era ossessionata dall’invecchiamento, così come dalla pulizia della casa. Sfuggiti veniva aggredito, picchiato con la scopa, costretto a mangiare rivolto verso il lavandino. Mai una reazione. Fino al giorno della tragedia, quando non ce l’ha più fatta e ha stretto un foulard intorno al collo della 66enne. Il pubblico ministero Marino Cerioni ha riportato questi elementi per richiedere alla corte di riconoscere l’attenuante della provocazione, ritenendolo prevalente rispetto al vincolo familiare. Nove anni e 4 mesi di reclusione la condanna formulata dal magistrato nel corso della fase dibattimentale in tribunale a Pesaro. L’udienza si è tenuta questa mattina. Nelle repliche, l’avvocato Susi Santi, legale di Sfuggiti, ha ricostruito anche con l’ausilio degli esami di medici ed esperti di cui si è avvalsa, oltre che delle testimonianze dei due figli della coppia, i 20 anni di maltrattamenti subiti dal suo assistito. E ha avanzato rilievi alla perizia psichiatrica del professor Ariatti, in merito all’assenza di patologie al momento dell’omicidio. La difesa ha richiesto in via principale l’assoluzione per non imputabilità, riconoscendo un vizio totale di mente, o in subordine riconoscimento del vizio parziale. In subordine l’assoluzione per legittima difesa, in ulteriore subordine la riqualificazione dell’omicidio volontario in colposo o preterintenzionale. In estremo subordine, il riconoscimento di attenuanti generiche e dell’attenuante della provocazione con giudizio di prevalenza sulle aggravanti contestate con conseguente applicazione della pena minima.
Al termine dell’udienza, intorno alle 11,30 di questa mattina, l’avvocato Santi ha rilasciato alcune dichiarazioni ai cronisti: "A mio avviso ci sono situazioni in ombra sullo stato mentale dell’imputato anche prima dell’evento. Una vita di veri e propri maltrattamenti, ai limiti della follia. Sfuggiti assumeva farmaci antidepressivi da almeno un anno e mezzo prima del fatto". La richiesta del pm? "Mi pare congrua", ha risposto Santi, prima di lasciare il tribunale.
Il 26 novembre le eventuali controrepliche e la sentenza.
Diretta Samb