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"Non appena verranno superare le criticità, la mia azione è orientata a favorire il ricongiungimento con tutto il nucleo familiare, nella consapevolezza della delicatezza di questa situazione e nel rispetto dei bisogni affettivi e relazionali dei bambini". Così all’Ansa l’avvocato Marika Bolognese, curatrice speciale dei minori, nominata dalla Procura per i minorenni dell’Aquila nel caso della famiglia che vive nel bosco a Palmoli, in provincia di Chieti.
I giudici hanno disposto ieri l’allontanamento dei bambini dall’abitazione e la loro collocazione in una struttura protetta, insieme alla madre. Una decisione che segna un passaggio decisivo in una vicenda iniziata più di un anno fa, quando i tre piccoli erano stati ricoverati in ospedale a causa di un’intossicazione da funghi. Da quell’episodio si erano attivati ulteriori controlli dei carabinieri nella casa isolata, un’abitazione scelta dalla coppia come parte di uno stile di vita alternativo, immerso nella natura, con un contatto quotidiano con gli animali e lontano dai ritmi urbani. I riscontri avevano portato a una segnalazione ai servizi sociali e alla conseguente sospensione della potestà genitoriale. Una misura però che, fino a questo momento, non aveva comportato l’allontanamento dei minori: la famiglia, infatti, aveva continuato a vivere unita nella casa nel bosco, in attesa di ulteriori valutazioni da parte della magistratura minorile. Il provvedimento eseguito ieri cambia invece profondamente la situazione.
Per il Tribunale è necessario un contesto protetto e monitorato in cui osservare da vicino le condizioni di crescita dei bambini, il loro benessere e le dinamiche familiari. Per questo i tre minori sono stati portati nella comunità educativa scelta dai giudici, dove li accompagna la madre, mentre il padre resta per ora fuori dalla struttura.
La famiglia ha reagito con forza alla decisione: i genitori respingono ogni addebito di negligenza e ribadiscono che la loro è una scelta consapevole, orientata a far crescere i figli a diretto contatto con la natura, in un ambiente che considerano sano, semplice e rispettoso dei ritmi dei bambini. Una posizione che ha trovato un ampio sostegno pubblico: una petizione online ha raccolto quasi 31mila firme, chiedendo che la famiglia possa continuare a vivere insieme nella casa nel bosco.
La vicenda è arrivata anche alla politica. Il vicepremier Matteo Salvini ha definito la storia “sconcertante”, sostenendo che non si possano togliere dei bambini a una famiglia solo perché conduce uno stile di vita non convenzionale. Salvini ha chiesto che prevalga il buon senso e che si trovino soluzioni che tutelino i minori senza traumatizzarli. Adesso la famiglia assistita dall’avvocato Giovanni Angelucci ha 10 gg di tempo per impugnare l’ordinanza. Intanto, resta aperto un caso che continua a far discutere, tra diritti dei minori, libertà educativa e modelli di vita alternativi.
Diretta Samb