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PESARO. Slitta di sei mesi il termine ultimo dell’inchiesta Affidopoli, che ha coinvolto il Comune di Pesaro, e vede 25 indagati, tra amministratori, dirigenti pubblici, funzionari e imprenditori. La fine naturale dei termini per le indagini era al 17 novembre. la Sostituta procuratrice Maria Letizia Fucci ha richiesto la proroga. La conclusione delle indagini viene spostata al 17 maggio 2026. Serve più tempo agli inquirenti per esaminare il contenuto delle chat tra l’ex sindaco di Pesaro, l’europarlamentare dem Matteo Ricci, e il suo ex braccio destro in Comune Massimiliano Santini. L’avvocato di Santini, Gioacchino Genchi, dopo l’interrogatorio dello scorso agosto, aveva espressamente chiesto di procedere a nuovi accertamenti sul cellulare del suo assistito, che era stato consegnata in maniera spontanea. A metà ottobre è stato affidato dalla Procura l’incarico all’ingegnere Marco Tinti, per recuperare le chat del secondo profilo Whatsapp, dismesso, di Santini. Al consulente sono stati assegnati 90 giorni di tempo per finire la perizia. Considerata la pausa natalizia di mezzo, l’analisi non sarà pronta prima della seconda metà di gennaio 2026. Matteo Ricci, sindaco negli anni ai quali fanno riferimento gli affidamenti contestati, aveva ricevuto l’avviso di garanzia in piena campagna elettorale e il 30 luglio è stato interrogato per più di cinque ore dalla pm. L’eurodeputato ha sempre sostenuto di essere estraneo alle accuse che gli vengono contestate. Santini, nel primo interrogatorio si era avvalso della facoltà di non rispondere. Poi il cambio di rotta, collegato al cambio di avvocato. Il caso affidi riguarda gli affidamenti diretti, per un ammontare di oltre 500mila euro, che il Comune di Pesaro ha assegnato, tra lavori e organizzazioni di manifestazioni, alle associazioni Stella Polare e Opera Maestra facenti capo a Stefano Esposto. Nell’interrogatorio Esposto aveva scelto la strada del silenzio.
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