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Trovato morto in Bolivia in circostanze misteriose, Roland Dedja, detto il “fantasma” per le sue rocambolesche fughe e lunghe latitanze. Il 40enne albanese per molti anni aveva fatto base nel Fermano, muovendosi anche a cavallo delle province di Ascoli e Macerata ed era riuscito a evadere ben due volte dalle carceri di Pisa e Teramo, entrambe le volte con metodi da film, tra lenzuola annodate e droni. Una notizia che aveva avuto un’eco nazionale, dato che era ricercato in tutta Italia.

Stavolta però aveva scelto di scappare all’estero. Più precisamente in Bolivia dove nei giorni scorsi è stato trovato esanime in un appartamento affittato con un amico a Santa Cruz. Un vero e proprio giallo, dato che il coinquilino, è scomparso. Le autorità boliviane dovranno dunque far luce sul decesso.

Secondo la loro ricostuzione, “il fantasma” albanese sarebbe entrato nel Paese nel novembre 2023, due mesi dopo la spettacolare fuga dal carcere abruzzese dov’era detenuto a seguito dell’arresto scattato a giugno dello scorso anno a Martinsicuro, con l’accusa di droga e rapina. Era in attesa di essere giudicato per una lunga serie di delitti.

La sua storia criminale inizia quando da Durazzo Roland Dedja si trasferisce in Italia: dai sequestri di persona, alla prostituzione, alle rapine a mano armata, fino all’omicidio.
Già nel 2010 era riuscito a scappare dal carcere di Pisa, dove era rinchiuso perché all’uscita di un locale di Brescia aveva ucciso un suo connazionale a colpi di pistola per aver fatto degli apprezzamenti sulle ragazze che si trovavano in sua compagnia e di altri suoi sodali. Ad incastrarlo la sua caratteristica fossetta sul mento. Nemmeno due mesi dopo la fuga, però, Dedja e il suo compagno, vengono rintracciati e arrestati dai carabinieri a Porto Recanati. Insomma una storia di criminalità che si è snodata tra Albania, Nord Italia, ma anche Marche e Abruzzo.

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