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È stato assolto per incapacità di intendere e di volere il 25enne originario del Gambia che lo scorso 7 febbraio, durante un controllo di routine nel commissariato di San Benedetto del Tronto, aveva aggredito gli agenti, ferendo gravemente una poliziotta staccandole con un morso la falange del secondo dito della mano destra. Il giudice per le udienze preliminari del tribunale di Ascoli, Angela Miccoli, ha disposto per lui un percorso di due anni in una Rems. Il pubblico ministero, Saramaria Cuccodrillo, aveva a sua volta richiesto l’assoluzione. Una decisione che ha lasciato amarezza nel legale della poliziotta, l’avvocato Rachele De Stefanis, che ha parlato apertamente di delusione. «Le sentenze si rispettano, ma mi sarei aspettata ben altro – sottolinea –. La perizia psichiatrica presenta punti deboli e e la giudice non ha preso in considerazione alcuna osservazione tecnica che è stata sollevata nel corso dell’udienza». Secondo la difesa della parte civile, non sarebbero stati approfonditi aspetti rilevanti, come la dipendenza da alcol e droghe dichiarata dallo stesso giovane, né sarebbe emerso in precedenti procedimenti alcun segno di infermità mentale. In tribunale era presente anche una delegazione del Sindacato Autonomo di Polizia, guidata dal segretario provinciale Massimiliano D’Eramo. Dopo la sentenza, il segretario generale del Sap, Stefano Paoloni, ha diffuso una nota dai toni duri. «È l’ennesimo colpo alla credibilità di chi indossa la divisa – afferma –. Un uomo che ha staccato una falange a un’agente viene assolto e sottoposto soltanto a un percorso in Rems. Circostanze discutibili non sono state considerate e ancora una volta chi procura lesioni permanenti a un operatore non ne risponde». Paoloni richiama l’attenzione sulla necessità di garantire maggiore tutela agli operatori di polizia: «Non intendiamo arrenderci, ma abbiamo bisogno di strumenti adeguati per svolgere il nostro lavoro e per evitare che episodi così gravi restino privi di una risposta proporzionata».

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